Allarme di Confesercenti: 1.113 Comuni – circa uno su otto – sono del tutto privi di un negozio di alimentari (macellerie, pescherie, ortofrutta, eccetera) per un totale di quasi 650mila cittadini privati del servizio. Altri 535 – per oltre 257mila abitanti – sono invece senza qualsiasi tipo di attività di supermercati, ipermercati e grandi magazzini. Sono invece 2.130 – per un totale di circa 2,38 milioni di abitanti – i Comuni privi di un forno. E tra il 2014 ed il 2024, oltre 26 milioni di residenti hanno visto sparire una o più attività commerciali di base dal proprio Comune.
Edicole e pompe di benzina
Ancora peggio va per gli esercizi del commercio specializzati in articoli culturali e ricreativi, comparto che raggruppa la vendita al dettaglio di libri, giornali, registrazioni (musica, video), articoli sportivi, giochi, giocattoli, e altro materiale correlato (cancelleria, arte, articoli da collezione): questo tipo di attività è completamente assente in 3.248 Comuni, coinvolgendo oltre 3,8 milioni di abitanti. Evidentissima, poi, secondo Confesercenti, la ritirata dei gestori carburanti: la rete è ormai sparita da 3.796 Comuni, per un totale di oltre 6,6 milioni di residenti costretti a percorrere chilometri per fare rifornimento.
Pacchi
A questi dati allarmanti sulla desertificazione delle città, fa da contraltare il boom dell’e-commerce: quest’anno i pacchi consegnati supereranno il miliardo, con una media di 18 colli per residente. “Senza un riequilibrio rischiamo che il digitale continui a crescere mentre il tessuto commerciale fisico a svuotarsi, con conseguenze irreversibili sulla qualità della vita nelle nostre comunità”, spiega Confesercenti. “Esiste un evidente squilibrio competitivo tra le grandi piattaforme di e-commerce internazionali, con economia di scala immense, che si confrontano con microimprese che sostengono da sole costi fiscali e gestionali crescenti”.
Tasse
L’e-commerce richiede quindi “regole moderne che garantiscono trasparenza, corretta concorrenza e sostenibilità dei territori” afferma Confesercenti osservando inoltre che lo squilibrio competitivo è amplificato anche dal quadro fiscale. Le piccole attività versano infatti all’erario circa 7 miliardi e 700 milioni di euro l’anno, di cui 4 miliardi e 400 milioni in tributi locali, mentre la Web Tax ha prodotto nel 2024 appena 455 milioni.
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