A chi non è successo di aspettare intere nottate il proprio volo in ritardo? Eppure sono pochissimi coloro che chiedono un risarcimento. Reclama un rimborso solo il 20 per cento dei passeggeri. La colpa di ciò è anche degli stratagemmi usati dalle compagnie per non riconoscere il danno causato. Secondo la denuncia di RimborsoAlVolo le compagnie aeree “stanno utilizzando sempre più spesso scuse per evitare di pagare i risarcimenti previsti dal Regolamento Europeo 261/2004, che possono arrivare a 600 euro a passeggero. Molte di queste giustificazioni sono però illegittime dal punto di vista legale, ma vengono utilizzate per scoraggiare i viaggiatori dal richiedere quanto dovuto”.
Tra le scuse più utilizzate dalle compagnie per rifiutare i risarcimenti ci sono: restrizioni nel controllo del traffico aereo, problemi tecnici e guasti dell’aeromobile, condizioni meteorologiche e scioperi del personale. Ma spesso sono pretesti per mascherare una situazione di overbooking. L’unica via per difendersi è documentare tutto, fare lo screenshot dei tabelloni aereoportuali con le comunicazioni dei disservizi, email e messaggi della compagnia.
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