L’applicazione dei modelli algoritmici al mondo del credito è l’anticamera dell’inferno. Noi non la utilizzeremo mai”. È un niet convinto e ben motivato quello espresso da Giovanni Bossi, fondatore e ceo di Cherry Bank, contro la tendenza sempre più diffusa, anche nel mondo bancario, di standardizzare l’approccio ai clienti sulla base di base di parametri automatici e modelli predittivi. “Preferiamo seguire le operazioni caso per caso, seguendo le specificità di ogni impresa, così da avere un maggior controllo”, ha rimarcato il banchiere triestino, che stamani nella nuova sede sede milanese di Cherry Bank ha presentato il nuovo team dell’area Wealth management, guidata dal responsabile di divisione Francesco Bossi Desiata (qui sotto, in foto).

Cherry Bank, la divisione Wealth
Proprio quest’ultimo, a colloquio con i giornalisti, ha ribadito l’orientamento distintivo del polo bancario in questo ambito. “Siamo una squadra costruita attorno alle esigenze delle famiglie imprenditoriali italiane e a quelle delle loro imprese. Puntiamo su un modello di wealth management di stampo britannico, quindi totale allineamento di interessi con la clientela e assoluta trasparenza sul fronte commissionale“, ha detto. L’obiettivo esplicitato è quello di declinare sempre più nel settore wealth un tratto identitario dell’istituto: la capacità di selezionare con lungimiranza le migliori opportunità.
I tre pilastri
L’evoluzione di questo modello avviene grazie a una piattaforma di soluzioni articolata in tre direttrici principali. La prima è la Cherry Open Platform, che offre ai clienti una piattaforma aperta basata sulla consulenza avanzata, combinando consulenza sugli investimenti, gestione e pianificazione patrimoniale.
La seconda direttrice riguarda l’accesso ai Private Markets, con opportunità selezionate nel private equity, private credit, real assets e club deal: un ambito oggi in forte espansione e che in altri mercati rappresenta il 15-20% delle nuove allocazioni degli investitori ad altissimo patrimonio, mentre in Europa questo valore si attesta ancora intorno al 5%. Le prospettive indicano un deciso ampliamento di questa asset class nei prossimi anni e Cherry Bank intende accompagnare i propri clienti in questo percorso di crescita. Infine, il terzo pilastro è il Cherry Investment Vehicle, che, dopo il riscontro positivo del primo veicolo lanciato nel 2024, Cherry Blossom, ha l’ambizione di continuare a permettere ai clienti della banca di partecipare ai rendimenti generati dai portafogli crediti dell’area CIB (Corporate & Investment Banking) attraverso veicoli dedicati.
La traiettoria
L’evoluzione dell’area Wealth di Cherry Bank avviene in un contesto di crescita per la banca, che punta a raggiungere 1,5 miliardi di masse entro fine 2025, nell’ambito di un obiettivo complessivo di oltre 4 miliardi e mezzo a fine 2027. Una traiettoria che riflette l’obiettivo di diventare un interlocutore sempre più rilevante nel segmento della gestione dei patrimoni.
Nella nuova sede milanese del polo bancario entrano quattro figure chiave: Francesco Menini, nuovo head of investment consulting, porta un’esperienza ventennale maturata tra Banca Profilo e Mediobanca Private Banking. Stefania Cardone, investment consultant, rafforza le competenze sull’analisi dei mercati grazie ai percorsi sviluppati in Eurizon Capital, Prometeia, Pioneer Investments e Banca Profilo. Completano il team Lorenzo Dotti e Andrea Reale, entrambi provenienti da Banca Profilo, con il ruolo di team leader all’interno dell’unità di wealth management: coordineranno banker e specialisti, accelerando lo sviluppo della consulenza avanzata nel capoluogo lombardo.
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