Arriva l’analisi dello scenario macroeconomico di dicembre di Anima a cura di Filippo Di Naro, Direttore Investimenti di Anima Sgr, con alcune indicazioni di asset allocation sui mercati azionari e obbligazionari. Il quadro sui mercati obbligazionari è articolato. Per quanto riguarda i Treasury, i rendimenti a lungo termine si collocano sui minimi del 2025, nonostante la solidità della crescita e i rischi inflazionistici legati ai dazi. Tuttavia, l’ampiezza del deficit, che nel 2026 potrebbe superare il 7% a causa della possibilità di nuovi stimoli fiscali alle famiglie e della valutazione della Corte Suprema sulla legittimità dei dazi, rappresenta un fattore di incertezza che pone l’outlook sotto revisione. Per tutti questi motivi, Anima conferma la neutralità.
Bund e Btp
Il giudizio sui Bund resta neutrale, ma con una sfumatura più costruttiva rispetto agli omologhi statunitensi, in virtù di aspettative conservative sulla politica monetaria e rendimenti che si posizionano nella parte medio-alta dei canali che ne hanno contenuto la direzionalità.
Un approccio simile riguarda i Btp: “Sebbene gli spazi di ulteriore compressione dello spread appaiano limitati,” spiega l’analisi, “la forte domanda di titoli italiani continua, comunque, a rappresentare un elemento di stabilità per i rendimenti. Inoltre, il comportamento dei governativi italiani si è sempre più assimilato a uno strumento di tasso e non di credito: pertanto, con aspettative di scarsa direzionalità per gli spread, meritano attenzione per il carry elevato”.
Per quel che riguarda il credito, “restiamo selettivi, in presenza di premi al rischio compressi e di segnali di aumento della dispersione. Inoltre, la comparsa di un nuovo attore sul mercato primario, le big tech, che si sono approvvigionate di fondi in quantità massiccia, potrebbe intensificare le pressioni su tassi dal lato dell’offerta”.
Piazza Affari
Per quel che riguarda le azioni, focus su qualità e small–mid cap: “In Italia la normalizzazione della valutazione relativa delle large cap rispetto al resto d’Europa ci porta a confermare una posizione neutrale, con preferenza per settori di qualità come wealth management, lusso e food & beverage, nonché per small e mid cap in un’ottica di medio periodo. Preferiamo anche i titoli domestici ed europei, limitando l’esposizione verso settori e società più sensibili ai dazi, al deprezzamento del dollaro e alle tensioni commerciali”.
Prospettive 2026
Per quel che riguarda le prospettive per il 2026, “dipenderanno in misura decisiva dalla Germania. Manteniamo fiducia nel pacchetto di stimoli e riforme approvato dal Governo Merz, pur monitorandone con cautela l’implementazione. Gli elettori tedeschi mostrano, infatti, scetticismo verso l’esecutivo”: disaccordi, manovre politiche e l’aumento del tasso di insoddisfazione verso il governo potrebbero ostacolare l’attuazione del piano di bilancio. Tra le imprese, peraltro, persiste una marcata divergenza tra un miglioramento delle prospettive e un giudizio stabilmente depresso sulla situazione corrente”.
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