Con i numeri record diffusi ieri da Unicredit si è conclusa la tornata di trimestrali delle principali banche italiane. Tutte le big del credito hanno registrato solidi risultati andando oltre le attese del mercato e sopperendo meglio del previsto agli effetti negativi sul margine d’interesse del calo dei tassi d’interesse nell’Eurozona.
Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Bpm, Bper e Banca Mps hanno registrato un utile netto aggregato pari a 6,8 miliardi di euro, in crescita del 12% su base annua e del 15% al netto degli eventi straordinari. Su base trimestrale, la crescita è stata del 55% (21% senza one-off). Il ritorno sul capitale (Roe) annualizzato si è attestato intorno al 15%, in miglioramento rispetto al 14% del 2024. Sono i riscontri che emergono da un report di Morningstar DBRS dedicato proprio alle grandi banche tricolori.
La performance è stata trainata soprattutto da una solida crescita delle commissioni nette (+8% annuo) e dai proventi da trading, che hanno compensato la flessione del margine d’interesse (-6% su base annua); quest’ultimo ha sofferto per il calo dei tassi, solo parzialmente bilanciato da maggiori volumi di prestiti, rendimenti da titoli obbligazionari e strategie di copertura. Le banche, rimarca Morningstar, stanno inoltre rafforzando il focus su business meno capital-intensive, come la consulenza e l’asset management.
Sul fronte dei costi, le spese sono scese dell’1% nonostante rinnovo contrattuale, investimenti IT e ristrutturazioni. Il cost/income medio è migliorato attestandosi al 42% dal 43,5% del 2024. L’utile operativo ante accantonamenti è aumentato del 3% annuo. Le rettifiche su crediti (LLP) sono diminuite del 12% rispetto all’anno precedente e del 54% sul trimestre precedente, grazie a una minore formazione di crediti deteriorati e a profili di rischio più solidi. Il costo del rischio medio (CoR) è sceso a 27 punti base, ma potrebbe risalire nel prosieguo del 2025 a causa delle tensioni commerciali globali, in particolare i dazi.
“La crescita netta dei proventi da commissioni e commissioni ha in parte compensato il calo del margine di interesse nel 1° trimestre 2025. Tuttavia, l’utile operativo è aumentato grazie ai solidi proventi da negoziazione e alla disciplina dei costi, consentendo alle banche di assorbire un potenziale aumento futuro del CdR se le tensioni commerciali globali avranno ripercussioni significative sulla crescita economica e sulla disoccupazione”, ha dichiarato Andrea Costanzo, vice presidente European Financial Institution Ratings di Morningstar.
Le banche si presentano così con bilanci robusti in vista di una nuova ondata di risiko. “I solidi risultati del primo trimestre hanno gettato le basi per le banche per affrontare l’onda d’urto dell’M&A e l’aumento dei rischi per la qualità degli attivi con bilanci più solidi”.
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