Birkenstock ha chiuso il terzo trimestre fiscale con profitti superiori alle attese, mentre il fatturato è risultato leggermente inferiore alle previsioni. L’azienda ha registrato 635 milioni di euro di vendite, in crescita del 12% su base annua, appena sotto le stime di consenso Bloomberg (circa 636,7 milioni).
L’utile operativo nei tre mesi conclusi il 30 giugno è aumentato del 27% rispetto all’anno precedente, raggiungendo 198 milioni di euro, superando le previsioni di consenso Bloomberg di 182,7 milioni di euro
Lo storico produttore tedesco di calzature, con oltre 250 anni di storia, ha dichiarato di essere “ben posizionato” per affrontare l’impatto dell’aumento del 15% dei dazi imposti dal presidente statunitense Donald Trump su molti prodotti Ue esportati negli Stati Uniti. Dal 2021 il patrimonio familiare di Birkenstock ha ceduto il controllo a L Catterton e a Financière Agache, la holding di Bernard Arnault, ceo di LVMH: una mossa valutata intorno a 4 miliardi di euro che ha efficacemente accompagnato la transizione del marchio verso una più forte identità sul mercato. Le collaborazioni con brand di lusso erano già avviate, ma la nuova governance ha accelerato l’espansione globale e rilanciato l’immagine del marchio. Un esempio emblematico è la collaborazione con Manolo Blahnik, lanciata a giugno 2022: reinterpretazioni preziose dei modelli Arizona e Boston
L’amministratore delegato Oliver Reichert ha spiegato che l’azienda intende mitigare l’effetto delle tariffe attraverso una combinazione di adeguamento dei prezzi, disciplina dei costi e gestione delle scorte.
Per l’anno fiscale in corso, Birkenstock prevede un margine di utile rettificato EBITDA compreso tra il 31,3 % e il 31,8 % (in linea con le stime degli analisti, 31,5 %) e una crescita dei ricavi a valuta costante tra il 15 % e il 17%.
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