Per mesi gli investitori hanno guardato ai “Magnifici 7”, ovvero i colossi tecnologici americani come Apple, Microsoft, Nvidia e Amazon, come ai protagonisti assoluti di Wall Street. Ma, lontano dai riflettori, c’è un gruppo di titoli che ha messo a segno performance superiori e che, secondo alcuni analisti, potrebbe continuare a sorprendere: le banche europee.
I nuovi protagonisti dei mercati
Secondo Samir Parekh, gestore azionario di Capital Group, i risultati parlano chiaro: “Le banche europee hanno registrato una performance straordinaria, battendo sia i Magnifici 7 sia l’indice S&P 500”.
L’indice MSCI Europe Banks ha guadagnato oltre il 63% nei dodici mesi fino alla fine di agosto, avviandosi a chiudere il miglior anno solare dal 1997. A confronto, il gruppo dei big tech americani si è fermato a un +9,9%.
Un periodo relativamente breve, certo, ma sufficiente a ricordare come anche i settori più trascurati possano tornare a brillare, spesso proprio quando le aree più amate del mercato rallentano, contribuendo così a riequilibrare i rendimenti complessivi dei portafogli.
Cinque motivi per cui le banche europee restano attraenti
1. Un contesto di tassi tornato “normale”
Dopo otto anni di tassi negativi imposti dalla Bce, la svolta del luglio 2022 ha dato nuova linfa al margine di interesse netto delle banche. I tassi sono saliti fino al 4% prima che la banca centrale europea iniziasse ad allentare la politica monetaria, e oggi si attestano intorno al 2%. Con una curva dei rendimenti più ripida e aspettative sui tassi stabilizzate, l’ambiente resta favorevole per il settore. L’inflazione persistente, inoltre, potrebbe spingere le banche centrali a mantenere tassi più elevati più a lungo.
2. Meno vincoli regolatori e più dividendi
Dopo anni di restrizioni seguite alla crisi del debito sovrano, gli istituti hanno accumulato solide riserve di capitale e i regolatori hanno iniziato ad allentare alcuni requisiti. Il risultato è un ritorno più generoso per gli azionisti. UniCredit, per esempio, ha aumentato il dividendo a 2,40 dollari per azione nel 2024, contro i soli 12 centesimi del 2020. Anche BBVA ha incrementato la cedola del 24% su base annua.
3. Ripartenza del credito
Dopo oltre un decennio di stagnazione, la crescita dei prestiti in Europa sta riprendendo. Gli stimoli fiscali tedeschi in arrivo dal 2026 dovrebbero rafforzare ulteriormente la domanda di credito, in particolare in Germania. E, per ora, non si intravedono segnali di deterioramento nella qualità degli attivi.
4. Scarsi rischi da dazi e geopolitica
A differenza di settori come quello automobilistico, le banche europee operano prevalentemente nei mercati domestici e non dipendono dal commercio internazionale. Questo le mette al riparo dagli effetti delle tensioni commerciali e dei dazi.
5. Valutazioni ancora interessanti
Nonostante il rally, le banche europee restano valutate a multipli contenuti rispetto alle controparti statunitensi. I rapporti prezzo/utili e prezzo/valore contabile indicano spazio per ulteriori rialzi, soprattutto alla luce delle stime in miglioramento sugli utili per il 2025 e il 2026.
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