inflazione in calo offre una sponda in più al rally borsistico. Una flessione dei prezzi al consumo riduce infatti la pressione sui tassi di interesse e favorisce la valutazione dei titoli azionari. L’attuale scenario di progressivo rallentamento dei prezzi e politica monetaria più espansiva è quindi terreno fertile per l’azionario che sta così macinando record su record.
Il Ftse Mib di Piazza Affari, per esempio, ha da poco aggiornato i massimi a oltre 24 anni e da inizio anno si è rivalutato di oltre 30 punti percentuali sotto la spinta soprattutto dei titoli finanziari che hanno un grande peso all’interno dell’indice delle blue chip milanesi. Tra i settori che trovano sponda nell’inflazione in fase decrescente e in minori costi di finanziamento spicca quello delle utility, tradizionalmente caratterizzate da un elevato livello di indebitamento, e comparti anticiclici come farmaceutico e food & beverage, il cui consumo è legato a fattori slegati da ogni congiuntura (ci si alimenta e ci si cura indipendentemente dall’andamento dell’economia). Ecco, dunque, una selezione di titoli di Piazza Affari appartenenti a questi comparti specifici.
A2a
La multiutility, attiva nella produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica, gas e servizi ambientali, è quotata attualmente intorno ai 2,6 euro per azione. Mercoledì 12 novembre, però, giorno in cui la società ha comunicato i risultati del terzo trimestre, la quotazione ha registrato una brusca caduta, in netta controtendenza rispetto al resto del mercato.
Da un anno a questa parte il titolo A2A si è tuttavia rivalutato di oltre il 20 per cento e gli analisti sono concordi nel ritenere che la corsa non sia affatto terminata.
Lo scorso 3 novembre, per esempio, Morgan Stanley aveva espresso la raccomandazione «overweight» (sovrappesare in portafoglio) e alzato il target price a 3,25 euro.
In precedenza (24 ottobre) Kepler Cheuvreux aveva a sua volta confermato il «buy» e alzato il prezzo obiettivo a 2,9 euro.
Enel
Nel corso di questa settimana il titolo Enel ha toccato un nuovo massimo storico a quota 9 euro, con una crescita di oltre il 32% rispetto a un anno fa. Le stime degli analisti sull’intero 2025, aggiornate al 31 ottobre (il consensus riguarda le valutazioni di 26 banche d’affari), indicano che il colosso elettrico dovrebbe chiudere l’esercizio in corso con un margine operativo lordo di poco più di 23 miliardi di euro. La banca d’affari Hsbc lo scorso 20 ottobre aveva confermato la raccomandazione «hold» (mantenere in portafoglio) e alzato il target price a 8,8 euro
Terna
La società che gestisce la rete elettrica nazionale occupa oltre 6.700 dipendenti e opera nelle reti di trasmissione dell’energia elettrica. Il titolo, scambiato intorno ai 9 euro, presenta da un anno a questa parte una performance positiva di oltre il 15%. Quanto agli analisti, la più recente valutazione risale allo scorso 23 settembre ed è firmata da Rbc Capital. Il giudizio è «outperform» (meglio del mercato) e il target price fissato a 9,6 euro, in miglioramento rispetto al precedente report, risalente però al 6 agosto scorso.
Campari
È l’unico titolo del comparto food&beverage compreso nel paniere del Ftse Mib e in Borsa ha attraversato un prolungato periodo di difficoltà negli ultimi anni. Grazie al recupero arrivato dopo la presentazione a fine ottobre dei conti trimestrali, ha ritrovato il segno più, ma gli analisti sono divisi sulle prospettive future. A fronte di una quotazione intorno ai 6 euro, Deutsche Bank ha confermato il 31 ottobre il giudizio «hold», indicando un obiettivo di prezzo di 6,2 euro, mentre soltanto un giorno prima Goldman Sachs e Barclays lo avevano tagliato entrambe, rispettivamente a 7,5 e 6,1 euro.
Enervit
Anche la società leader dell’integrazione alimentare sportiva e della nutrizione funzionale ha subito mercoledì scorso una brusca caduta, ma nonostante questa battuta d’arresto ha mantenuto nell’ultimo anno una performance positiva di oltre il 43%. L’unica valutazione disponibile è quella di Kt & Partners, che risale però al 7 maggio di quest’anno, con un giudizio «add» (aggiungere al portafoglio) ma un target price di 4 euro, in peggioramento rispetto ai precedenti 4,6 euro.
Orsero
Gruppo agroalimentare italiano, specializzato nella produzione, importazione, esportazione e commercializzazione di prodotti ortofrutticoli, ha sede ad Albenga, riviera ligure di Ponente. Ha poco più di 2.300 dipendenti ed è quotata a Piazza Affari dal marzo 2020 nel segmento Star, il comparto relativo ai titoli ritenuti «con alti requisiti». Scambiato intorno ai 17-18 euro, vanta una performance positiva nell’ultimo anno di oltre il 50%. Secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo, che seguono il titolo dal giorno dello sbarco sul listino borsistico, la raccomandazione è «buy» (comprare), con un target price di 26 euro, ma il giudizio (in miglioramento) risale all’11 settembre scorso.
Recordati
Tra i titoli del settore farmaceutico quotati a Piazza Affari è sicuramente il più importante in termini dimensionali e di prestigio (fa parte tra l’altro del paniere del Ftse Mib). Multinazionale con sede in Italia, ha più di 4.500 dipendenti e la sua quotazione è stabile intorno ai 53-54 euro, in leggera crescita rispetto a un anno fa. Lo scorso 11 novembre la società ha presentato dati trimestrali in miglioramento. Gli analisti di Jefferies, che hanno confermato il giudizio «buy» sul titolo con target price a 61,50 euro, sottolineano che l’ebitda del terzo trimestre ha battuto le attese del 4% e i ricavi sono superiori dell’1% al consensus. A sua volta l’analisi tecnica di Teleborsa indica un primo supporto a 50,55 euro e un secondo a 48,89 euro, mentre la prima resistenza è collocata a quota 53,03 euro e la seconda a 55,51 euro.
Leonardo
Pur non essendo compreso tra le categorie prese in considerazione in questa sede, la sua forte presenza globale e il peso che ha sul listino in termini di capitalizzazione ne fanno uno dei titoli da prendere certamente in considerazione per un investimento di lungo termine. Proprio nei giorni scorsi, raggiunta una quotazione di circa 50 euro, ha festeggiato il 100% di rivalutazione rispetto a un anno fa.
La società, a controllo pubblico (il suo maggiore azionista è il ministero dell’Economia e delle Finanze, con circa il 30% delle azioni: il resto è in mano a investitori istituzionali e flottante sul mercato), è attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza. Dà lavoro a oltre 61mila dipendenti ed è guidata da Roberto Cingolani.
Nettamente positive le più recenti raccomandazioni degli analisti. Giovedì 6 novembre JP Morgan aveva giudicato il titolo «overweight» (da sovrappesare in portafoglio) e Bernstein «outperform» (farà meglio del mercato) indicando rispettivamente un target price di 58 e 55 euro.
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