Non sono molte le società della moda quotate a Piazza Affari, ma i loro marchi sono prestigiosi e apprezzati a livello mondiale. Il comparto, non solo in Italia ma soprattutto sui mercati finanziari più importanti, da Parigi a Wall Street, è comunque costantemente sotto i riflettori, anche per quanto riguarda lo studio delle tendenze di mercato. Di recente i titoli, quotati nelle principali Borse, hanno dovuto affrontare difficoltà legate a fattori esterni. I dazi Usa, per esempio, hanno pesato sui conti delle aziende di grandi dimensioni, che sono generalmente proprio quelle quotate, mentre le medio-piccole, meno dipendenti dalle esportazioni oltre oceano e di conseguenza anche dalle oscillazioni del dollaro, se la sono cavata senza grossi danni. Un impatto più importante lo hanno avuto invece le sanzioni contro la Russia imposte dall’Ue, che riguardano anche i prodotti del lusso e il made in Italy in generale, compresa ovviamente la moda. Per il comparto quindi non è un momento semplice: in occasione della Fashion week di Milano che si è appena conclusa, il presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Carlo Capasa, ha diffuso dati poco incoraggianti: «I primi mesi del 2025 sono stati complessi. Il sistema moda allargato, comprensivo di occhialeria, gioielli e cosmetica, è sceso da 100 a 92 miliardi. E dovrebbe chiudere l’anno in calo del 3-4%».
Delle società della moda quotate a Piazza Affari, le principali (alcune appartengono tra l’altro al paniere del Ftsemib, che comprende le cosiddette blue chips del listino) sono Essilor-Luxottica, Sàfilo, Moncler, Lvmh e Kering. Il loro andamento in Borsa è caratterizzato da luci e ombre. Esaminiamole nel dettaglio.
Essilor-Luxottica
Quotata a fine settembre intorno ai 276 euro per azione, la società (leader mondiale nella progettazione, produzione e distribuzione di lenti oftalmiche, montature e occhiali da sole) ha messo a segno nell’ultimo anno – dato al 30 settembre – una performance del 29,6% e nell’ultimo semestre di poco più del 3%. Sempre il 30 settembre scorso Jefferies ha confermato la raccomandazione «buy» mantenendo invariato a 300 euro il target price. Anche Oddo Bhf (report del 29 settembre) ha ribadito il «buy», mentre Ubs giudica il titolo ancora «neutral», con un prezzo obiettivo confermato a 262 euro. L’analisi di Teleborsa, aggiornata anch’essa al 30 settembre, vede a sua volta un primo supporto a 269,1 euro e un secondo a 261,7 euro, mentre sul fronte rialzista la prima resistenza è collocata a 280,3 euro e la seconda a 291,5 euro.
Moncler
La società, di origine francese, è diventata italiana nel momento in cui è stata acquistata da Remo Ruffini, che ha poi deciso di quotarla a Piazza Affari. Il titolo valeva a fine settembre 49,87 euro, in calo del 13,6% rispetto a un anno fa e del 12,4% nel confronto con sei mesi fa. Il 30 settembre gli analisti di Intesa Sanpaolo hanno confermato la raccomandazione «buy» riducendo però il target-price (che non è comunque sceso sotto quota 60 euro). Il giorno prima Ubs aveva ribadito il giudizio «neutral» ma aveva alzato il target-price a 52,5 euro. Identica la valutazione espressa il 26 settembre da Mediobanca, che ha tuttavia corretto al ribasso il prezzo obiettivo, fissandolo a 53 euro. Quanto all’analisi tecnica, Teleborsa, sulla base della quotazione di martedì 30 settembre, ritiene «sotto controllo» la rischiosità del titolo e fissa un primo supporto a 48,85 euro e un secondo a 47,25 euro; la prima resistenza è invece collocata a 51,88 euro, con la seconda indicata a 54,91 euro. Un range, dunque, che appare piuttosto ampio.
Sàfilo
La società, quotata a Piazza Affari dal 2005, produce e distribuisce occhiali da sole e da vista. Scambiata, sempre a fine settembre, intorno a 1,6 euro, l’azione è cresciuta del 45% nell’ultimo anno e del 93% negli ultimi sei mesi. Sostanzialmente positive le più recenti valutazioni degli analisti. Il 24 settembre Intesa Sanpaolo aveva confermato il giudizio «neutral», ritoccando però al rialzo (1,6 euro) il target-price. Più ottimista Equita Sim, che il 3 settembre aveva ribadito il «buy», con un obiettivo di prezzo di 2 euro. Quanto all’analisi tecnica, aggiornata al 30 settembre, Teleborsa colloca a 1,559 euro il primo supporto e a 1,509 euro, mentre la prima resistenza è indicata a 1,635 euro e la seconda a 1,711 euro.
Lvmh
Il titolo del gruppo che controlla prestigiosi marchi del lusso, da Louis Vuitton a Dior, da Fendi a Celine, a Piazza Affari ha chiuso martedì 30 settembre a 521 euro. Un livello ancora lontano dal massimo dell’anno, di 762,6 euro, toccato il 28 gennaio. Oggi il suo portafoglio è composto da ben 75 brand, di cui quasi tutti occupano un posto di rilievo sui mercati mondiali. L’andamento in Borsa (il gruppo è quotato oltre che a Milano anche a Parigi e Wall Street) ha tuttavia subito di recente qualche rallentamento. Alla Borsa italiana, in particolare, il titolo nell’ultimo anno ha perso un quarto del proprio valore, ma sta attualmente attraversando una fase di recupero, tanto che da un mese a questa parte ha registrato una performance positiva di circa tre punti percentuali. Le indicazioni dell’analisi tecnica, secondo Teleborsa, riferita alla quotazione di martedì 30 settembre, riferiscono di una certa stabilità con «tendenza al rialzo». Il primo supporto è indicato a 511,7 euro e il secondo a 498,7 euro, mentre la prima resistenza si colloca a 531,3 euro e la seconda a 550,9 euro.
Kering
La holding, al cui vertice è approdato di recente il top manager Luca de Meo, proveniente dal settore dell’automotive (è stato a lung[/TESTO-BASE]o braccio destro di Sergio Marchionne alla Fiat, passando poi alla guida del gruppo Renault), controlla marchi come Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta e Balenciaga. Fondata a Parigi da François Pinault, con quasi 44mila dipendenti e un fatturato di oltre 20 miliardi di euro, la società si colloca ai primi posti nel mondo nei settori della moda e del lusso. Il titolo è quotato, oltre che a Milano, anche all’Euronext di Parigi, dove è uno dei 40 titoli che costituiscono il paniere del Cac 40, l’indice principale della Borsa francese.
A Piazza Affari ha chiuso martedì 30 settembre a 281,5 euro, in crescita del 21,8% nell’ultimo mese e del 41,2% negli ultimi sei mesi, mentre da un anno a questa parte la performance risulta assai più contenuta (+4,6% circa). Soltanto un giorno prima, lunedì 29 settembre, aveva però toccato il massimo dell’anno, a quota 286,85 euro. Gli analisti appaiono divisi sul futuro di Kering: alcuni vedono nel titolo interessanti opportunità di guadagno, mentre altri invitano alla prudenza, in attesa di segnali più tangibili di miglioramento soprattutto nell’andamento di Gucci, senza trascurare gli altri brand del gruppo. L’analisi tecnica di Teleborsa è invece decisamente improntata all’ottimismo. Il quadro tecnico di breve periodo del colosso del lusso, si legge in un report dell’agenzia, «mostra un’accelerazione al rialzo della curva con target individuato a quota 288,2 euro». Il primo supporto è tuttavia indicato a 272,5 euro e il secondo a 263,6 euro, mentre sul fronte opposto, quello rialzista, la prima resistenza è collocata appunto a 288,2 euro e la seconda a 303,9 euro.
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