Nuova confusione sotto il già variegato cielo dei dazi. E questa volta è toccato all’oro, il bene rifugio per eccellenza. I presunti dazi imposti sui lingotti sarebbero infatti oggetto di un fraintendimento.
Tanto che Donald Trump emetterà un ordine esecutivo per “chiarire” la posizione degli Stati Uniti sui dazi sui lingotti d’oro. “La Casa Bianca intende emettere un ordine esecutivo nel prossimo futuro per chiarire la disinformazione sulle tariffe applicate ai lingotti d’oro e ad altri prodotti speciali”, ha affermato venerdì un funzionario della Casa Bianca.
Giovedì, l’agenzia per la protezione delle dogane e delle frontiere (Customs and Border Protection) ha pubblicato una sentenza, riportata per la prima volta dal Financial Times, in cui si afferma che i lingotti d’oro da un chilo e da 100 once dovrebbero essere classificati con un codice doganale soggetto a dazi.
La decisione contrasta in modo netto con una precedente dichiarazione della Casa Bianca di aprile, secondo cui i lingotti sarebbero stati esenti dalle imposte di Trump.
Tanto è bastato a scatenare il mercato. Venerdì, il metallo prezioso aveva raggiunto un massimo storico a 3.534 dollari.
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La London Bullion Market Association, che rappresenta i grandi commercianti istituzionali di oro e le banche, ha dichiarato venerdì sera di voler “chiedere chiarimenti” alle autorità statunitensi.
Il Comex statunitense è il più grande mercato finanziario al mondo per i lingotti, ma per funzionare in modo efficiente il mercato si basa sull’accesso illimitato al mercato dell’oro fisico con sede a Londra, che sarebbe minacciato da eventuali imposte, secondo i partecipanti al mercato.
Molti nel settore dell’oro si sono chiesti se la sentenza della CBP, redatta in risposta a una richiesta di informazioni da parte di una raffineria svizzera, possa essere stata un errore burocratico.
“Gli Stati Uniti devono decidere se la Casa Bianca ha sbagliato ad Aprile o se il CBP ha torto ora”, ha affermato un dirigente.
La decisione degli Stati Uniti sui dazi doganali ha colpito duramente la Svizzera, poiché il Paese è il più grande polo di raffinazione al mondo.
Imporre dazi sui lingotti avrebbe un “impatto negativo” sul flusso di oro fisico in tutto il mondo, ha osservato venerdì l’Associazione svizzera dei produttori e commercianti di metalli preziosi in una dichiarazione .
Trump ha riacceso la sua guerra commerciale globale all’inizio di questa settimana, reintroducendo i suoi dazi reciproci su quasi tutti i partner commerciali degli Stati Uniti, portando i dazi sulle importazioni americane al livello più alto degli ultimi decenni.
Ma il presidente degli Stati Uniti ha anche proposto una serie di esenzioni dalle imposte, anche per prodotti come prodotti farmaceutici o patatine fritte, ai quali in futuro gli Stati Uniti potrebbero applicare tariffe separate.
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