Primi scorci del nuovo mese con intonazione ribassista del dollaro. Il Dollar Index, che replica il dollaro statunitense rispetto a un paniere di altre sei valute, è sceso dello 0,6% a 98,63, vicino al minimo del 22 aprile. Il cross tra euro e dollaro si è invece riportato sopra 1,14 (1,142) con un rialzo dello 0,63%. A dettare il ritmo alla valuta statunitense è ancora una volta l’evoluzione delle tensioni commerciali, tornate ad acuirsi dopo che nel fine e settimana Donald Trump è tornato ad attaccare annunciando che dal 4 giugno alzerà i dazi su alluminio e acciaio dal 25% al 50%. Inoltre, oggi la Cina ha dichiarato che le accuse del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, secondo cui Pechino avrebbe violato il consenso raggiunto nei colloqui commerciali di Ginevra, risultano “infondate” e ha promesso di adottare misure energiche per salvaguardare i propri interessi. Venerdì Trump aveva affermato che la Cina aveva violato l’accordo bilaterale per ridurre i dazi.
“Per ora le price action non sembrano dirci molto se non che il trend di medio termine resta sfavorevole al biglietto verde, e i movimenti eventuali di rialzo della divisa Usa sembrano opportunità ancora per venderlo”, commenta stamattina Saverio Berlinzani, analista senior di ActivTrades
Anche tra le grandi banche d’affari statunitensi si rafforzano le previsioni secondo cui il dollaro si indebolirà ulteriormente, colpito dai tagli dei tassi di interesse, dal rallentamento della crescita economica e dalle politiche commerciali e fiscali di Trump.
Fino a dove può scendere?
Morgan Stanley ritiene che il dollaro statunitense crollerà ai minimi dalla pandemia di Covid-19 entro la metà del prossimo anno; anche JPMorgan Chase rimane ribassista sulla valuta statunitense. Goldman Sachs sottolinea invece come gli sforzi di Washington per esplorare fonti di reddito alternative – qualora i dazi dovessero essere ostacolati – potrebbero essere ancora più negativi per il dollaro.
“Riteniamo che i tassi e i mercati valutari abbiano intrapreso tendenze considerevoli che saranno sostenute, portando il dollaro USA molto più in basso e le curve dei rendimenti molto più ripide, dopo due anni di oscillazioni all’interno di ampi intervalli”, scrivono gli strategist di Morgan Stanley. La banca prevede che il Dollar Index scenderà di un’ulteriore 9%, circa raggiungendo quota 91 entro lo stesso periodo dell’anno prossimo.
JPMorgan raccomanda di puntare su yen, euro e dollaro australiano. Anche Morgan Stanley, che prevede un aumento a circa 1,25 dollari l’anno prossimo del cross eur/usd, ha elencato l’euro e lo yen tra le valute che hanno beneficiato maggiormente del calo del biglietto verde, insieme al franco svizzero.
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