Dimenticate i criteri di sostenibilità Esg come li avete conosciuti. Non più Environmental, Social e Governance (tradotto: Ambientale, Sociale e di Governance). Il nuovo diktat è: Energia, Sicurezza e Geostrategia. A riscrivere l’acronimo è stata niente di meno che Euronext, il colosso che gestisce le principali Borse europee, compresa Piazza Affari, in un deciso cambio di paradigma, che archivia, di fatto, l’ideologia green in nome della nuova dottrina geopolitica. Perché la finanza cambia pelle e priorità in un attimo e la sostenibilità ambientale è ormai un lusso da tempi di pace. Lo ha detto, in maniera nemmeno troppo implicita, Stéphane Boujnah, amministratore delegato di Euronext: «In mezzo alle tensioni globali, l’Europa deve difendere i propri valori, interessi e stile di vita». Così, di fronte a un nuovo ordine geopolitico mondiale, la finanza europea sposta il baricentro dagli obiettivi climatici a quelli militari.
D’altronde il contesto parla chiaro. A marzo, Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione Ue, ha lanciato ReArm Europe, un piano da 800 miliardi per rilanciare l’industria della difesa, mentre Berlino ha già avviato la propria rivoluzione armata e i Paesi Nato, nel prossimo vertice di questo mese, discuteranno un nuovo aumento della spesa militare. Fiutando il vento (o meglio l’affare), Euronext ha prontamente risposto volgendo lo sguardo verso i settori che garantiscono protezione e mettendo in soffitta la sostenibilità accanto agli slogan sui cambiamenti climatici: non più boschi e turbine eoliche, ma radar, droni e gasdotti. «Questi nuovi Esg sono concepiti per rispondere alla crescente domanda da parte di gestori patrimoniali, investitori istituzionali e retail di ottenere una migliore esposizione ai segmenti ad alta crescita attraverso indici tematici», spiega la stessa Euronext.
Un rebranding strategico
A partire da questo mese, quindi, l’operatore di Borsa europeo lancerà una serie di iniziative ad hoc: oltre ai nuovi indici Esg, anche una revisione dei “vecchi” criteri di sostenibilità così da renderli meno stringenti per una nuova greenwashing, ma a tinta mimetica. E poi una maggiore assistenza alle aziende dei settori strategici che vogliono quotarsi in Borsa e nuove soluzioni per facilitare l’emissione di obbligazioni europee per la difesa. Il tutto con l’intento di fornire strumenti senza precedenti alle imprese europee che contribuiscono alla autonomia strategica del continente.
Quella del nuovo acronimo non è solo un cambio semantico, ma una vera riconversione industrial-finanziaria. In arrivo infatti tre nuovi indici tematici pensati per attrarre capitali nei settori chiave della sovranità europea. Per la E di Energia ci sarà un indice – l’Euronext European Energy Security Index – che includerà le aziende europee dell’energia, dal nucleare alle rinnovabili, fino alle infrastrutture convenzionali. Per la S di Sicurezza, invece, l’Aerospace & Defence Index raccoglierà i campioni dell’innovazione militare e dell’industria bellica. Per la nuova G di Geostrategia, infine, l’European Strategic Autonomy Index selezionerà imprese che rafforzano l’indipendenza europea in difesa, tecnologia, energia e infrastrutture critiche.
«Gli investitori stanno diventando sempre più desiderosi di aumentare la loro esposizione alle crescenti opportunità legate agli investimenti in corso nel settore aerospaziale, della difesa, dell’energia e delle infrastrutture strategiche in Europa», spiegano da Euronext.
Allo stesso tempo, cambiano anche le regole del gioco per gli indici Esg “vecchio stile”: meno esclusioni per il settore della difesa, più flessibilità per includere aziende armate, purché non violino trattati internazionali. Euronext, in linea con le direttiva Esma, incoraggerà le agenzie di rating di sostenibilità a limitare il concetto di armi controverse soltanto ai prodotti vietati dalle convenzioni, come le armi di distruzione di massa o le mine antiuomo. Il resto passa sotto silenzio.
Ipo, bond e riserva militare
Ma il progetto non si ferma agli indici. Euronext lancerà nel terzo trimestre dell’anno IPOready Defence, un programma per accompagnare le aziende della difesa in Borsa, con il supporto dell’Unione Europea e della Banca Europea per gli Investimenti. Previste anche nuove soluzioni per facilitare l’emissione di obbligazioni europee del settore, con iter approvativi-lampo: si parla di appena 48 ore.
E in un inedito intreccio tra finanza e difesa, Euronext introdurrà anche programmi per facilitare il coinvolgimento dei propri dipendenti nelle forze di riserva militare nei paesi in cui opera.
La priorità è chiara: garantire l’autonomia strategica dell’Europa. Il resto può aspettare. Anche il carbon footprint. E se qualcuno si chiede che fine abbia fatto il riscaldamento globale, la risposta è implicita: brucia ancora, ma molto più lentamente dei motori a reazione.
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