Un record dopo l’altro. Il prezzo dell’oro, al di là delle normali e temporanee fluttuazioni, continua a crescere. In periodi come l’attuale di incertezza sul fronte geopolitico aumenta in tutto il mondo la domanda del bene rifugio per eccellenza. Un ruolo importante, poi, lo gioca il trend discendente dei tassi d’interesse, che rende meno convenienti le altre forme di investimento. In questo momento, per esempio, è ben radicata la prospettiva di ulteriori tagli al costo del denaro da parte della Federal Reserve dopo quello apportato il 17 settembre. L’oro ai massimi storici chiama direttamente in causa òe azioni delle società che si occupano dell’estrazione del metallo giallo. Ma l’investitore italiano per acquistarle è costretto a rivolgersi ai mercati finanziari esteri, dal momento che a Piazza Affari non esistono titoli quotati appartenenti al settore minerario-estrattivo.
Questi colossi minerari auriferi sono prevalentemente localizzate a Wall Street e il loro numero è relativamente contenuto. Le principali sono Newmont Corporation, Barrick Gold, Franc-Nevada e Wheaton Precious Metal. Non sono molte, ma l’investitore ha comunque la possibilità di rivolgersi a strumenti quali gli Etf (Exchange traded funds) e gli Etc (Exchange traded commodities) che replicano il prezzo dell’oro fisico o quello delle società quotata legate al settore. Questi prodotti finanziari offrono l’unica alternativa alle azioni per chi vuole accedere al mercato dell’oro senza arrivare a possedere fisicamente il metallo. Il loro valore può essere influenzato non solo, come è ovvio, dal prezzo dell’oro, ma anche da fattori esterni alle aziende del settore e agli stessi mercati. Caratteristica, questa, che li rende maggiormente volatili.
Allargando un po’ il discorso, se nel listino di Piazza Affari non c’è traccia di azioni minerarie aurifere, l’unica società quotata a Milano che presenta un filo diretto con l’oro è Confinvest, market dealer di oro fisico da investimento, Ci sono poi titoli “cugini”, quelli legati all’oro nero, ossia il petrolio, e quelli del real estate, che sono quelli che più si avvicinano ad esse. Analizziamoli nel dettaglio.
Confinvest
Quotata in Piazza Affari dal 2019, Confinvest presenta un saldo borsistico sostanzialmente piatto nell’ultimo anno non accodandosi al rally dell’oro. La società è reduce da un consistente calo del 21% del fatturato nel 2024 a causa dell’effetto combinato causato dall’introduzione di un nuovo metodo di calcolo della tassazione per i soggetti privati che propongono in vendita l’oro posseduto e del forte incremento dei prezzi, che hanno portato ad una diretta contrazione dei volumi degli scambi.
Eni
Il titolo della multinazionale fondata da Enrico Mattei è una delle 40 blue chips di Piazza Affari e martedì scorso ha chiuso la seduta a quota 11 euro, dopo che la società ha annunciato la firma di un Memorandum d’intenti con il Governo del Ghana per aumentare la produzione nazionale di petrolio e gas e promuovere nuove iniziative sostenibili. Alla stessa data risultavano leggermente positive le performance relative al primo semestre (+9,05%) e rispetto a un anno fa (+6,8%) mentre quella dell’ultimo mese era assai vicino alla parità (-0,08%).
Il prossimo 26 settembre è in calendario lo stacco della prima tranche del dividendo, pari a 0,26 euro per azione. Nell’attesa, le più recenti valutazioni degli analisti sono tutte positive, almeno per quanto riguarda il target price. Morgan Stanley lo ha aumentato portandolo a 14,6 euro. Più generose, ma anche formulate un po’ più indietro nel tempo, le indicazioni di Jefferies e Hsbc: la prima lo aveva fissato a 16 euro e la seconda a 16,3 euro, accompagnando l’indicazione con la raccomandazione “buy” (comprare). L’analisi tecnica di Teleborsa colloca a 14,83 euro il primo supporto e a 14,79 il secondo, mentre su fronte rialzista la prima resistenza sale a 14,93 euro e la seconda a 15,02 euro.
Saipem
La società, con 30 mila dipendenti, è leader nel mercato dell’energia e delle infrastrutture. L’andamento del titolo, che scambia in area 2,4 euro, presenta performance positive sia negli ultimi sei mesi (+14,23%), sia nel confronto con le quotazioni di un anno fa (+28,64%). A inizio mese JP Morgan ha iniziato la copertura del titolo, esprimendo la raccomandazione “overweight” (sovrappesare) e indicando un target price di 2,83 euro. Prima, Banca Akros aveva confermato il “buy” (comprare) e l’obiettivo di prezzo di 3 euro, mentre a sua volta Citigroup aveva anch’essa ribadito il “buy”, ma aveva ridotto a 3,3 euro il prezzo obiettivo. Quanto all’analisi tecnica, Teleborsa ha indicato un primo supporto a 2,35 euro e un secondo a 2,339 euro, con la prima resistenza collocata a 2,381 euro e la seconda a 2,412 euro.
Abitare In
Società quotata allo Star di Borsa Italiana, il segmento dedicato alle aziende con particolari requisiti di eccellenza, e specializzata nello sviluppo residenziale a Milano, ha comunicato recentemente i risultati finanziari dei primi nove mesi dell’esercizio 2024/2025 (la società chiude l’esercizio a fine settembre). L’azienda ha archiviato il periodo in esame con 84,56 milioni di euro di ricavi, in aumento rispetto ai 52,25 milioni ottenuti nei primi nove mesi dello scorso esercizio.
Il titolo, che attualmente vale intorno ai 3 euro, nell’ultimo mese ha messo a segno una performance del 6,5%, mentre nel semestre la quotazione è rimasta invariata. Negativo, invece, il confronto con un anno fa, con un calo del 28% circa.
Tiepidi, nel complesso, i giudizi degli analisti. Il report più recente è quello di Intermonte, che lo scorso 14 luglio aveva confermato l’indicazione “outperform” (farà meglio del mercato), ma aveva ridotto a 5,9 euro il target price. In precedenza, il 14 febbraio di quest’anno, MidCap Partners aveva ribadito il “buy” e confermato a 6,5 euro l’obiettivo di prezzo.
L’analisi tecnica del titolo, elaborata da Teleborsa prevede un primo supporto a 2,973 euro e un secondo a 2,947 euro, entrambi inferiori al prezzo di mercato. Sul fronte rialzista, invece, la prima resistenza è indicata a 3,053 euro e la seconda a 3,133 euro.
Aedes
È una holding che controlla alcune società operanti nel settore immobiliare. La quotazione si aggira intorno a 0,205 euro, in crescita del 2,5% rispetto a un mese fa e dell’11,41% nell’ultimo semestre, mentre è leggermente negativa (-1,44%) la performance annuale.
Lo scorso 21 luglio il prezzo del titolo ha toccato il massimo dell’anno, a quota 0,209 euro. L’analisi tecnica di Teleborsa presenta un primo supporto a 0,1993 euro e un secondo a 0,1937 euro, mentre la prima resistenza è indicata a 0,2078 euro e la seconda a 0,2163 euro.
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