Brusco scivolone in Piazza Affari per Ferrari. I conti del secondo trimestre leggermente inferiori alle aspettative pesano sul titolo che ha chiuso l’ultima seduta di luglio in calo dell’11,6%, peggior performer di tutto il Ftse Mib insieme a Iveco, scivolando sotto quota 400 euro.
La società di Maranello ha riportato un utile per azione (Eps) di 2,38 euro, mancando di poco la stima consensuale di 2,40 euro. I ricavi del trimestre sono stati pari a 1,79 miliardi di euro, in aumento del 4,4% rispetto all’anno precedente e anche in questo caso appena al di sotto del consensus (1,82 miliardi). L’utile operativo è aumentato dell’8,1% su base annua, raggiungendo i 552 milioni di euro, con un ebit margin del 30,9%.
Nel secondo trimestre del 2025 le vetture consegnate hanno raggiunto le 3.494 unità, rimanendo sostanzialmente invariate rispetto all’anno precedente (attese era per un aumento a 3.515). Nel trimestre, la regione EMEA ha registrato una diminuzione di 9 unità, le Americhe hanno riportato un aumento di 12 unità, la Cina Continentale, Hong Kong e Taiwan hanno registrato una diminuzione di 4 unità e la regione Resto dell’APAC ha riportato un incremento di 11 unità.
Nessun impatto dai dazi, confermata guidance 2025
La Rossa ha specificato che non c’è stato nessun impatto significativo nel trimestre dall’introduzione di dazi sulle importazioni di auto di provenienza Ue negli Usa. La casa del Cavallino Rampante spiega che “il rischio di una riduzione dei margini percentuali di 50 punti base – evidenziato il 27 marzo, 2025 a seguito dell’introduzione di dazi all’importazione più elevati su auto, parti di ricambio e altri beni provenienti dall’UE e importati negli Stati Uniti – è stato rimosso in seguito al recente accordo su livelli inferiori raggiunto tra gli Stati Uniti e la UE, e all’attesa di minori costi industriali nella seconda parte dell’anno rispetto alle attese inziali”.
“I solidi risultati comunicati oggi riflettono il nostro impegno a eseguire la nostra strategia con disciplina e determinazione. Continuiamo a promuovere l’innovazione e ad arricchire la nostra offerta di prodotti, che alimenta un già forte portafoglio ordini. Testimonianza di questo è la domanda eccezionale per la famiglia 296 Speciale e gli eccellenti riscontri sul recente lancio della Ferrari Amalfi, la nuova coupé che ridefinisce il concetto di gran turismo contemporanea”, ha dichiarato Benedetto Vigna, ceo di Ferrari.
Per l’intero anno Ferrari ha confermato le sue previsioni “supportate da un mix favorevole di prodotti e aree geografiche, dalla crescita delle personalizzazioni e da maggiori ricavi dalle corse derivanti da proventi commerciali legati al migliore posizionamento nel campionato di Formula 1 nel 2024”. I ricavi sono attesi superiori ai 7 miliardi di euro e un ebitda di almeno 2,68 miliardi (+5% rispetto al 2024).
Vigna: “Nessun ritardo su auto elettrica”
Il mercato già guarda avanti, al prossimo Capital Market Day del 9 ottobre, quando verrà svelata la prima Rossa 100% elettrica. “Sull’elettrico non c’è alcun ritardo, procediamo secondo i piani. Stiamo facendo quello che avevamo promesso. Mai parlato di una seconda elettrica”, ha precisato Vigna nel corso della conference call. “Ci saranno tre momenti importanti nei prossimi mesi che vedranno la Ferrari svelare il nuovo modello – ha aggiunto – . A ottobre qui a Maranello faremo vedere il cuore ingegneristico della macchina, poi all’inizio dell’anno prossimo mostreremo l’abitacolo e in primavera tutta la vettura. Stiamo procedendo da programma”.
Analisti ritengono eccessiva la reazione del mercato
Il tonfo in Borsa sorprende visto che i risultati hanno mancato solo di poco le attese. “In Borsa, non si compra solo il presente ma soprattutto il futuro – argomenta Gabriel Debach, market analyst di eToro – e un “miss”, anche modesto, in un contesto macro incerto e con valutazioni elevate, può bastare per innescare prese di profitto. Ma attenzione il vero messaggio della trimestrale è la rimozione del rischio dazi Usa. I famosi -50bps attesi sui margini non ci saranno più”.
“Ferrari oggi paga il prezzo dell’eccellenza: se non stupisci, deludi. Ma nella sostanza, la strategia regge. Il modello è resiliente, il brand è intatto, e i fondamentali restano tra i più forti dell’intero comparto europeo. Chi guarda oltre la giornata, troverà più solidità che fragilità sotto il cofano”, conclude l’esperto.
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