Luci e ombre nell’’Investment Strategy di novembre di Lombard Odier, con un focus sui timori di una bolla IA. Secondo gli analisti della banca privata svizzera, l’economia globale dovrebbe continuare a crescere al di sotto del suo potenziale, con un rallentamento moderato negli Stati Uniti, una situazione stabile in Europa e misure di stimolo che sostengono la crescita in Cina. Per quel che riguarda le azioni, confermata una posizione favorevole sulle azioni e la preferenza per i mercati emergenti rispetto a quelli sviluppati. A livello settoriale, bene utilities e sanità, così come Giappone e Svizzera. Visione positiva anche sull’oro, con l’obiettivo a 12 mesi alzato a 4.600 dollari l’oncia. Visione negativa sul dollaro Usa. Ridotte le aspettative di apprezzamento dello yen giapponese.
Bolla
Faro poi sull’intelligenza artificiale, da qualche tempo al centro del timore di una bolla. A questo proposito, nel bollettino Marco Barresi, Senior Equity Research Analyst, settore Tech di Banque Lombard Odier & Cie SA, sottolinea: “I principali gruppi tecnologici statunitensi non stanno scambiando a livelli eccessivi. Questa dinamica sottolinea l’importanza della selettività: gli investitori devono distinguere tra lo slancio dettato dall’hype e la crescita sostenuta da solidi fondamentali”.
Salto tecnologico
“L’economia globale”, prosegue, “sta vivendo un salto tecnologico destinato forse a definire la nostra generazione. I grandi nomi del tech svolgono un ruolo chiave in questa trasformazione e con ogni probabilità resteranno al centro dell’ecosistema tecnologico ancora per molti anni. Anche le loro quotazioni restano ancorate ai risultati finanziari: i rapporti prezzo/utili prospettici, pur elevati, sono coerenti con i volumi di vendita, i margini operativi e gli utili per azione. Settembre ha visto una significativa revisione al rialzo delle previsioni di spesa in conto capitale, trainata principalmente dall’escalation della corsa agli armamenti dell’IA. Le partnership tra i grandi gruppi tecnologici continuano a dominare i titoli dei giornali, con il sentiment recente alimentato soprattutto da collaborazioni volte ad assicurarsi componenti strategiche per l’IA e da progetti di infrastrutture Sovereign Cloud finalizzati a proteggere i dati all’interno delle giurisdizioni nazionali. L’aumento della capacità di calcolo e gli sforzi per soddisfare la crescente domanda di servizi cloud evidenziano la forza dello slancio che sostiene l’IA e i data center”.
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Non solo: “I piani di investimento annunciati dai principali fornitori di infrastrutture cloud mostrano l’enorme entità dei capitali impegnati. Solo per il 2025, cinque aziende prevedono di spendere complessivamente circa 385 miliardi di dollari statunitensi. Questi investimenti non sono interamente dedicati all’IA, ma sostengono anche le operazioni più ampie di ciascuna società, in particolare i servizi di calcolo avanzato. Queste strategie trovano riscontro in un’adozione massiccia, come dimostrano gli attuali utenti del modello ChatGPT di OpenAI — circa 800 milioni di utenti settimanali — e la crescita esponenziale dei ricavi”.
Le dot.com
Tutti dati che spingono Lombard Odier a sottolineare come “vi sono tre ragioni per cui l’attuale contesto non ricorda la bolla delle dot-com dei primi anni 2000. Innanzitutto, l’ecosistema tecnologico è oggi molto più maturo: Internet — e in particolare le reti mobili — è accessibile alla maggior parte della popolazione mondiale, e l’architettura cloud consente un uso più agile e scalabile della potenza di calcolo. In secondo luogo, i leader tecnologici di oggi sono altamente redditizi e finanziano i loro ingenti investimenti infrastrutturali principalmente attraverso la generazione di cassa interna, senza eccessivo ricorso al debito. Infine, l’IA si trova ancora nella fase iniziale di implementazione. Le sue applicazioni sono versatili e trasversali, garantendo una rilevanza di lungo periodo in diversi settori e mercati”.
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