Beauty contest per Intermarine. La società di cantieristica navale specializzata nella progettazione e costruzione di navi per le Marine Militari potrebbe presto entrare nell’orbita di Leonardo. Secondo indiscrezioni raccolte da Moneta, il redivivo cantiere della galassia Immsi approfitterebbe del buon momento di mercato per mettersi in bella mostra sul mercato al fine di raccogliere nuove e profittevoli commesse internazionali.
D’altra parte, il compianto Roberto Colaninno, fondatore della galassia a cui fa capo Intermarine insieme a una quarantina di società operative nei settori immobiliare, industriale e navale, aveva detto ai suoi due figli Michele e Matteo: «Dopo la mia morte potrete vendere tutto tranne la Piaggio». Un’opzione che quanto prima potrebbe finire sul tavolo dell’ad Livio Corghi che starebbe lavorando con le banche per trovare il partner adatto a elevare le sorti della società riducendo, in parallelo, il debito della galassia.
A fine 2024 la posizione finanziaria netta di Immsi era negativa per 947 milioni con ricavi a 1.748 milioni e un risultato netto di 29 milioni. E il settore navale pesa sulla posizione finanziaria netta per 87 milioni. «Alla finestra ci sarebbe Leonardo», spiega una fonte ricordando che il gruppo partecipato dal Tesoro (30%), tra l’altro, già lavora con Intermarine. Nel luglio dello scorso anno il gruppo di Sarzana e quello guidato da Roberto Cingolani hanno firmato con Navarm un contratto per la fornitura di cacciamine di nuova generazione costieri destinati alla Marina Militare italiana.
Un affare da 1,6 miliardi per la realizzazione di 5 unità a cui si aggiunge circa 1 miliardo in opzioni per il completamento del programma. Con riferimento alla tranche base, la quota di Intermarine è di 1.165 milioni. Il potenziale è alto, soprattutto alla luce del momento storico che vede il rafforzamento della Difesa al primo posto in molti budget internazionali. Anche per questo, come il dossier Iveco Defence sta dimostrando, potrebbero essere davvero molti i player interessati a salire a bordo di Intermarine.
La storia di Intermarine
Ma cosa è esattamente questa società oggi per un potenziale acquirente? Il gruppo prende il nome dal cantiere omonimo, nato a Messina nel 1887 come un piccolo cantiere di riparazione di imbarcazioni che nel 1956 diventa il primo cantiere al mondo ad aver realizzato un aliscafo. Fondata nel 1970 da Rocco Canelli e già appartenuta alla Montedison, nel 2004 passa al gruppo Immsi che ne sostiene il processo di rafforzamento competitivo.
L’originario cantiere navale di Sarzana della Cantiere Intermarine è lo stabilimento principale e la sede della società che con un portafoglio ordini di circa 1,2 miliardi (2024) risulta leader mondiale nello specifico settore di Unità di Contromisure Mine e di Sea Bed Warfare. La società di cantieristica navale è infatti specializzata nella progettazione e costruzione di navi con caratteristiche uniche per silenziosità, antimagnetismo e resistenza agli shock. Tecnologie che rispondono alle esigenze delle moderne Marine Militari sempre più concentrate alla protezione delle infrastrutture critiche subacquee nell’ambito del pattugliamento dei fondali marini, nonchè al controllo e al pattugliamento delle zone costiere. Conti alla mano, nel 2024 Intermarine ha registrato ricavi consolidati per 44,3 milioni (quasi raddoppiati rispetto ai 22,5 milioni del 2023) composti da 27,7 milioni riferibili al settore militare e 16,6 milioni relativi alla divisione Fast Ferries, principalmente all’opera nel cantiere di Messina.
Nel settore della Difesa i fiori all’occhiello riguardano principalmente le commesse relative all’ammodernamento di cacciamine Classe Gaeta della Marina Militare Italiana, lo sviluppo degli studi e le prove sperimentali per la Marina Militare Italiana sui cacciamine di nuova generazione, nonché attività di riparazione e ammodernamento relative ai cacciamine Classe Termoli. Oltre alle nuove commesse incluse nel portafoglio ordini acquisito, alcuni contratti includono delle forniture opzionali addizionali che potranno essere attivate dai clienti per complessivi e ulteriori 785 milioni di euro.
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