Si apre una nuova settimana e un nuovo mese, il più difficile dell’anno, per i mercati finanziari. Dal 1998 è il peggiore per Piazza Affari e dal 2020 al 2024 ha sempre chiuso in negativo. La vera domanda è se la forza del 2025 sarà sufficiente per smontare una stagionalità che negli ultimi anni si è sempre rispettata. I dazi imposti da Trump, giudicati illegali da una corte americana ma ancora in vigore sino al 14 ottobre in attesa dell’appello alla Corte Suprema, aprono un nuovo fronte di incertezza per i mercati. Se agosto ha messo in mostra resilienza, settembre inaugura una battaglia legale e politica che rischia di riaccendere tensioni globali e di mettere alla prova la solidità del rimbalzo estivo.
La settimana che si apre riflette questa densità. Nonostante una ottava corta per gli Stati Uniti, con Wall Street chiusa oggi per il Labor Day, l’agenda è fitta di appuntamenti. Sono previsti diversi dati macro di rilievo, tra cui spicca il rapporto sul lavoro negli Stati Uniti in vista della riunione della Federal Reserve del prossimo 17 settembre. E a proposito della Fed, la causa intentata dalla governatrice Fed, Lisa Cook, contro il tentativo di rimozione da parte del presidente Trump apre un capitolo inedito sui limiti dell’esecutivo.
Focus sul lavoro Usa e lo scontro Trump-Cook
L’attenzione sarà catturata soprattutto dai dati sul mercato del lavoro Usa, in uscita venerdì 5 settembre. Le attese degli analisti sono per un lieve rialzo della disoccupazione al 4,3%, 78 mila nuovi occupati e salari in crescita dello 0,3% su base mensile. Le indicazioni sono molto importanti, perché saranno attentamente valutate dalla Fed nella prossima riunione di metà settembre e potranno quindi rafforzare o meno le attese per un taglio dei tassi, ad oggi ampiamente previsto dal mercato. “Dopo lo shock di inizio agosto, una conferma della debolezza assicurerebbe un taglio e 1-2 tagli nei due meeting di ottobre-dicembre”, commentano gli analisti di Mps Market Strategy. All’inizio della settimana, le offerte di lavoro, le indagini Ism e il Beige Book aggiungeranno dettagli al quadro del mercato del lavoro.
E a proposito della Fed, rimarrà in primo piano anche questa settimana l’evoluzione dello scontro Trump-Cook. Giovedì è in programma l’audizione al Senato del nuovo membro del Board Fed designato da Trump, Stephen Miran, che dovrebbe subentrare alla dimissionaria Adriana Kugler prima della riunione del 17 settembre.
Per l’Eurozona in arrivo l’inflazione
In area euro, invece, c’è attesa per il dato sull’inflazione di agosto, che verrà diffuso domani 2 settembre. Le attese degli analisti sono per un leggero rialzo dei prezzi, ma potrebbe arrivare una sorpresa con un dato sotto le aspettative considerato i numeri già usciti di Francia, Spagna ed Italia. Il dato sarà seguito mercoledì 3 da un intervento della presidente della Bce, Christine Lagarde, all’evento annuale dell’ESRB, il Comitato Europeo per il Rischio Sistemico, in una fase in cui spesa per difesa e politiche fiscali stanno ridisegnando il mix macro. Non dovrebbero arrivare particolari indicazioni sulla politica monetaria, se non una conferma della volontà di attendere per capire come procedere.
Occhio alla stagionalità di settembre
Da considerare, infine, anche l’elemento stagionalità che vede in settembre il peggior mese per Piazza Affari (e i mercati in generale). Il listino milanese è reduce da un guadagno mensile del 2,95%, che porta il 2025 a un +23,43%, miglior progressione dall’inizio del secolo e secondo solo al 1998. Un risultato di rilievo, seppure offuscato dal finale di mese: -2,57% nell’ultima settimana, con quattro sedute negative su cinque. “Nonostante questo, l’ampiezza del movimento resta evidente: soltanto tre titoli in rosso ad agosto (a luglio furono 21, così come a giugno furono 24) e 31 in positivo da inizio anno (uno in più rispetto ai 30 di fine luglio)”, ha sottolineato Gabriel Debach, market analyst di eToro. Con questi numeri si apre settembre, che secondo la storia recente potrebbe smontare i facili entusiasmi. Certo, non è una regola incisa nella pietra, ma la statistica fa sorgere il dubbio. “Anche in caso di correzione, però, – rassicura Debach – il bicchiere resta mezzo pieno. Movimenti che alleggeriscono valutazioni oggi tirate, offrendo opportunità di ingresso a chi teme le vertigini dei massimi storici”.
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