Nel caos della finanza globale, l’Italia si prende la scena. Non solo arte, moda e buon cibo: il Made in Italy, oggi, è sinonimo di affidabilità. Parola di investitori internazionali. Secondo uno studio di DLA Piper presentato al Festival dell’Economia di Trento, oltre la metà dei professionisti globali interpellati vede nei settori chiave dell’economia italiana un porto sicuro dove far attraccare i propri capitali.
In un’epoca dominata da incertezze geopolitiche, guerre commerciali e crisi energetiche, il “Sistema Italia” si trasforma da cartolina turistica a strategia d’investimento. Il 56% degli intervistati considera comparti come moda, turismo e agroalimentare solidi e resilienti. Non solo apprezzati, ma anche capaci di offrire riparo dalle turbolenze dei mercati.
Made in Italy bene rifugio contro volatilità e incertezza
Non sorprende che ai primi posti tra i settori più promettenti ci siano moda e lusso (32%), seguiti da turismo e ospitalità (24%), e agroalimentare e vino (16%). In questi comparti, l’Italia non solo compete, ma impone standard culturali, estetici e qualitativi al mondo intero.
Secondo la ricerca “Sistema Italia, Bene rifugio contro i rischi globali?”, il sentiment è positivo: il 63% degli investitori prevede un aumento degli investimenti in Italia nei prossimi cinque anni. Il fascino del Made in Italy risiede nella sua reputazione (29%), nella posizione strategica nel Mediterraneo (21%) e in una manifattura che ancora oggi rappresenta un’eccellenza (20%).
Tuttavia, la ricerca, ha fatto emergere anche i grandi nodi strutturali del Paese che continuano a pesare. Il rapporto evidenzia che la burocrazia e la complessità normativa frenano il 31% degli investitori, seguite da una pressione fiscale giudicata troppo alta (19%) e da un mercato del lavoro poco flessibile. Il sistema legale, pur non visto come debole, viene penalizzato da tempi lunghi e da una macchina fiscale troppo intricata.
Italia, da “Paese del bello” a “Paese del solido”
“Questa fotografia del nostro paese, dal punto di vista dei professionisti, mostra l’importante opportunità di sviluppo e consolidamento del ruolo chiave che l’Italia riveste a livello internazionale. – ha commentato la coordinatrice della ricerca prof. Rossella Esther Cerchia, Of Counsel e country head of knowledge di DLA Piper in Italia – Al contempo, evidenzia la necessità di sciogliere nodi che da troppo tempo ostacolano il pieno dispiegarsi del suo potenziale, affinché il Sistema Italia possa emanciparsi dall’immagine stereotipata di ‘Paese del bello’ per affermarsi anche come ‘Paese solido’”.
In un mondo dove i capitali cercano certezze, l’Italia ha una carta potente da giocare: la forza delle sue radici e la credibilità costruita intorno alla qualità. Ora, però, serve una governance capace di trasformare questo potenziale in sistema. Perché i riflettori sono accesi. E il Made in Italy non può permettersi di brillare a intermittenza.
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