I mercati si sono lasciati alle spalle un mese di novembre con qualche ombra. Alla fine il bilancio di Wall Street è stato salvato dal corposo recupero nell’ultima settimana di contrattazioni. Se il 21 novembre l’S&P 500 aveva toccato un minimo intraday a 6.521,92 punti, con un calo del -4,7% rispetto ai livelli di inizio mese, la ripresa iniziata proprio quel giorno con una striscia di 5 rialzi consecutivi che ha permesso all’indice guida statunitense di raddrizzare il saldo mensile e riportarlo sulla parità. “La scorsa settimana può essere riassunta con l’espressione il rally di tutto. Hanno, infatti, registrato guadagni i risk assets, soprattutto l’azionario e con intensità inferiore anche il credito, ma anche asset difensivi come l’oro. Sono saliti gas e petrolio, ma chiudono in positivo anche i governativi”, rimarca Donatella Principe, director, market and distribution strategy di Fidelity International.
L’azionario a metà novembre era stato attraversato da forti pressioni ribassiste tra timori di valutazioni eccessive dei titoli legati all’IA e affievolirsi della attese di taglio dei tassi da parte della Federal Reserve. L’umore è poi migliorato principalmente grazie ai dati economici che hanno supportato un taglio dei tassi d’interesse a dicembre.
Fuga da Nvidia e bitcoin
Tra chi ha maggiormente faticato a novembre spiccano due nomi: Nvidia e Bitcoin. Dopo mesi di guadagni straordinari trainati dall’entusiasmo per l’intelligenza artificiale e dall’ottimismo per le criptovalute, entrambi hanno subito cali sostanziali.
Bitcoin ha registrato il suo mese peggiore dal crollo delle criptovalute del 2022, con un saldo di -17% circa, con un aumento della correlazione con l’indice Nasdaq.
Nvidia dal canto suo ha registrato il suo calo mensile maggiore da marzo, perdendo circa il 13% del suo valore, nonostante la trimestrale oltre le attese e anche un outlook molto forte.
“Il colosso dei chip chiude ha visto scendere dai massimi la sua capitalizzazione di 725 miliardi di dollari, più del valore di ben 487 titoli dell’S&P500 messi insieme”, sottolinea l’esperta di Fidelity.
La decisione di SoftBank di uscire completamente da Nvidia, vendendo 5,8 miliardi di dollari in azioni per puntare invece su OpenAI, ha inviato un segnale al mercato sebbene il cfo di SoftBank abbia sottolineato che la mossa “non aveva nulla a che fare con Nvidia stessa”. Inoltre, sono emerse minacce competitive con Google e altre aziende tecnologiche che stanno sviluppando i propri chip di intelligenza artificiale personalizzati, riducendo potenzialmente la dipendenza dai prodotti Nvidia. Indiscrezioni hanno parlato di trattative di Meta con Alphabet per l’acquisto dei chip IA del colosso di Mountain View a partire dal 2027.
Leggi anche:
Buffett irrompe in Google. Cambia la top 10 nel portafoglio dell’oracolo di Omaha
© Riproduzione riservata