Nella settimana che volge ormai al termine, il tema dazi, che sembrava centrale, si è sgonfiato, mentre l’attenzione è stata catturata da alcuni movimenti sull’obbligazionario. In particolare, l’aumento dei rendimenti dei Bund e dei Gilt che si sono scaldati a causa delle politiche fiscali.
Dazi, c’è una nuova data
La scadenza del 9 luglio fissata da Donald Trump per l’introduzione dei dazi è trascorsa senza che l’amministrazione americana abbia annunciato una nuova scadenza “definitiva”, fissata al 1° agosto, entro la quale dovranno essere conclusi gli accordi commerciali. Trump ha promesso che non ci saranno ulteriori proroghe, ma per il momento gli investitori sembrano propensi a guardare oltre le iperboli provenienti dalla Casa Bianca.
Prove di forza degli Stati Uniti
Sul fronte macro, invece, il rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti della scorsa settimana ha evidenziato il perdurare della buona salute dell’economia statunitense. Anche l’approvazione della “big, beautiful bill”, la nuova legge fiscale e di spesa, è vista come un fattore di sostegno alla crescita fino al 2026. Tuttavia, precisa Mark Dowding, fixed income Cio di Rbc BlueBay AM, “ci aspettiamo di vedere dati più deboli nel corso dell’estate”.
Si prevede inoltre un aumento dell’inflazione, poiché gli aumenti dei prezzi a seguito dei dazi potrebbero essere trasferiti sui consumatori, anche se la sensazione è che ciò non sia ancora avvenuto e che il rapporto sui prezzi della prossima settimana rimanga relativamente positivo. “In questo caso, – aggiunge l’esperto – ci aspettiamo che nelle prossime settimane si intensifichino le richieste da parte dell’amministrazione Trump affinché la Fed abbassi i tassi di interesse”.
È facile intuire come ciò possa sostenere i rendimenti a breve termine. Le prospettive che il prossimo presidente della Fed venga scelto sulla base della sua disponibilità ad attuare i tagli dei tassi richiesti dal presidente “potrebbero anche sostenere i titoli a 2 anni. – illustra Dowding – Lo stesso scenario potrebbe innervosire i titoli a più lunga scadenza”.
Rendimenti in salita per Bund e Gilt
Ad attirare l’attenzione su questa sponda dell’Atlantico è stato invece il mercato obbligazionario. Nell’Eurozona, i rendimenti dei Bund sono saliti con i mercati che continuano a digerire la portata dell’allentamento fiscale previsto in tutta l’Ue. “Alla luce di ciò, – avvertono da Rbc BlueBay AM – riteniamo che nell’Eurozona si verificherà un irripidimento della curva dei rendimenti a lungo termine, in linea con le tendenze previste negli Stati Uniti, anche se la posizione fiscale della Germania continuerà a rimanere notevolmente più solida rispetto a quella statunitense”.
Nel Regno Unito, i Gilt hanno continuato a faticare sulla scia della recente marcia indietro del Labour sulla riforma del welfare. Tuttavia, ora che si profila la necessità per Reeves (o il suo successore) di pareggiare i conti nel bilancio autunnale, sembra che le promesse precedenti sull’imposta sul reddito, l’Iva e il “triple lock” delle pensioni statali dovranno essere tutte rimesse in discussione.
Guardando avanti
Dopo il dato sull’indice dei prezzi al consumo statunitense della prossima settimana, la seconda metà del mese si preannuncia relativamente tranquilla. Con il bilancio statunitense ormai alle spalle e solo la prossima riunione della Federal Reserve del 30 luglio e la scadenza dei dazi statunitensi del 1° agosto su cui concentrarsi, si è tentati di pensare che le condizioni di mercato estive potrebbero persistere per un certo periodo, in assenza di nuovi shock significativi.
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