Il fatidico 1° agosto è arrivato e i dazi fortemente voluti da Donald Trump tornano a far vacillare i mercati. I future di Wall Street preannunciano un avvio in deciso calo di quasi l’1% nella prima seduta del nuovo mese, mentre in Europa i ribassi sono superiori con Dax di Francoforte a -1,8%, il Cac40 dell’1,95%, mentre Piazza Affari segna -1,6% con banche e industriali a guidare i ribassi.
A pagare pegno oggi a livello europeo è anche il settore farmaceutico dopo che Trump ha chiesto alle aziende farmaceutiche di abbassare i prezzi negli Stati Uniti.
Dazi per tutti: mano dura su Svizzera e Canada
Il presidente statunitense ha firmato un ordine esecutivo che impone nuovi dazi al 15% per l’Europa a partire dal prossimo 7 agosto. Stessa data fissata per altri partner degli Stati Uniti. Tra quelli colpiti più pesantemente spicca la Svizzera con tariffe al 39%, il Canada al 35% (per il paese nordamericano rimangono ancora esentati i beni sotto l’accordo USMCA), Taiwan al 20% e il Pakistan che avrà tariffe fissate al 20%. Asticella al 15%, come per l’Ue, anche per Israele, Islanda, Norvegia, Figi, Ghana, Guyana ed Ecuador. Il Messico in extremis è riuscito a ottenere una proroga di 90 giorni.
Secondo Bloomberg Economics, se le tariffe saranno applicate come annunciato, la tariffa media statunitense salirà al 15,2%, rispetto al 13,3% precedente e significativamente più alta del 2,3% del 2024, prima dell’insediamento di Trump.
Mercati soppesano le possibili conseguenze
I nuovi dazi, entrando in vigore il 7 agosto, danno ai Paesi un’altra finestra per cercare di negoziarli. La reazione dei mercati è piuttosto negativa. “Probabilmente gli operatori speravano in una ulteriore proroga last minute che non c’è stata. Allo stesso tempo l’applicazione di dazi così elevati ad uno dei principali partner, come il Canada, aumenta le pressioni al rialzo sui prezzi, che già si sono viste ieri nel dato sul PCE di giugno”, commentano gli esperti di Mps Capital Services.
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