Non si placa la voglia di lingotti tra gli investitori. Stamattina il prezzo spot dell’oro ha toccato un nuovo record storico a 3.616,7 dollari l’oncia, mentre i contratti futures per dicembre indicano un progresso meno marcato in area 3.660 dollari.
A contribuire a scatenare nuovi acquisti massicci sull’oro hanno contribuito i pessimi dati relativi al mercato del lavoro Usa, che ad agosto ha creato solo 22 mila nuovi posti di lavoro con il tasso di disoccupazione aumentato al 4,3% (massimi dal 2021). Riscontri che hanno fatto lievitare al 100% la probabilità di un taglio dei tassi di 25 punti base da parte della Federal Reserve il prossimo 17 settembre. E tra gli operatori c’è chi si spinge a ipotizzare un taglio jumbo di 50 punti base. Da qui a fine anno il mercato ad oggi prezza in pieno tre tagli consecutivi da 25 punti base.
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Mix di fattori spinge verso il metallo giallo
Un contesto decisamente favorevole all’oro in quanto la discesa del costo del denaro rende meno appetibili gli investimenti in titoli di stato; e un dollaro più debole, a causa della minore redditività degli asset americani rende il metallo giallo, quotato in dollari, più economico per gli investitori. Si conferma anche l’appetito record delle banche centrali: dai dati pubblicati nel fine settimana emerge che la Banca Popolare Cinese ha aumentato le sue riserve auree ad agosto per il decimo mese consecutivo, nel tentativo di diversificare ulteriormente le sue riserve rispetto al dollaro statunitense.
A tutti questi fattori si aggiunge l’appeal dell’oro come bene rifugio nell’attuale contesto di escalation di tensioni geopolitiche a cui si aggiunge l‘inasprimento delle tensioni tra Donald Trump e la Fed che allerta gli investitori circa i rischi per l’indipendenza della maggiore banca centrale al mondo. Goldman Sachs Group settimana scorsa settimana ha indicato un possibile balzo delle quotazioni dell’oro a ridosso dei 5.000 dollari l’oncia se l’indipendenza della Fed fosse compromessa e gli investitori trasferissero solo una piccola parte dei propri investimenti dai Treasury ai lingotti.
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