C’è chi li definisce “cavalli solitari” e chi semplicemente li considera favoriti dalla sorte (o dalle circostanze). Sono i campioni di Piazza Affari. Quei titoli cioè che possono vantare nell’ultimo anno performance a due ma anche a tre cifre percentuali. Nel listino milanese ce ne sono molti, come testimonia lo stesso indice delle bluechips, il Ftse Mib, che si è rivalutato a sua volta di quasi il 25 per cento. Comparto bancario a parte, che svetta mediamente su tutti gli altri, spiccano nell’ordine, fra i titoli primari, Fincantieri, Telecom Italia, Leonardo, Iveco, Lottomatica e Poste Italiane.
Fincantieri
Il balzo più consistente da un anno a questa parte lo ha fatto Fincantieri, che presenta una rivalutazione record: il 359 per cento. Come dire che chi ha investito su questo titolo ha più che triplicato in un anno il proprio capitale.
Ex Iri, la società è oggi controllata con il 71,3% delle azioni da Cassa Depositi e Prestiti. Si tratta dunque di un’azienda saldamente in mano pubblica. Opera nel settore della cantieristica navale ed è il più importante gruppo navale d’Europa e il quarto nel mondo. Lo scorso 8 ottobre la quotazione ha toccato il suo massimo annuale, che è anche massimo storico, di 27,38 euro.
Ma gli analisti sono tutti concordi nel prevedere ancora un futuro roseo per il titolo, anche se indicano obiettivi di prezzo di poco inferiori alle quotazioni attuali. A fine ottobre, per esempio, Jefferies ha confermato il giudizio «hold» (mantenere in portafoglio), con un target price di 23,2 euro, mentre a inizio ottobre Banca Akros lo aveva a sua volta portato a 23,5 euro. Si erano pronunciati poi Deutsche Bank e Mediobanca. La prima con la conferma della raccomandazione «buy» (comprare) e un prezzo obiettivo di 26 euro; la seconda giudicando il titolo «outperform» (farà meglio del mercato) e una valutazione ancora superiore (27 euro).
Quanto all’analisi tecnica di Teleborsa, riferita alla quotazione rilevata a metà settimana, si passa da un primo supporto di 22,5 euro e un secondo di 22,36 euro, a una prima resistenza di 22,92 euro e una seconda di 23,34 euro.
Tim
Anche questo titolo può vantare nell’ultimo anno una crescita a tripla cifra (+112% circa). La società, leader nel settore delle telecomunicazioni, offre servizi di telefonia fissa, mobile e Internet.
Lo scorso martedì 21 ottobre il titolo aveva toccato il suo massimo dell’anno, a 0,5202 euro, rimanendo nei giorni successivi sempre sopra la soglia di 0,5 euro.
Tutti gli analisti prevedono target di prezzo in crescita. Il 24 ottobre JP Morgan ha confermato la raccomandazione «hold» (mantenere in portafoglio) e fissato il target price a 0,55 euro, mentre il giorno precedente Equita Sim aveva ribadito il «buy», con un obiettivo di prezzo a 0,54 euro. Prima ancora era stata Deutsche Bank a giudicare il titolo «buy», alzando nel contempo il target di prezzo a 0,62 euro, lo stesso livello previsto da Kepler Cheivreux, mentre Banca Akros aveva confermato il «buy» e un target price di 0,57 euro.
L’analisi tecnica di Teleborsa ha fissato a sua volta a 0,4964 euro il primo supporto e a 0,4872 euro il secondo, mentre sul fronte rialzista la prima resistenza è indicata a 0,5113 euro e la seconda a 0,5262 euro.
Leonardo
La società, a controllo pubblico (il suo maggiore azionista è il ministero dell’Economia e delle Finanze, che possiede circa il 30% delle azioni), è attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza. Lo scorso 29 ottobre ha completato il collocamento, annunciato a sorpresa la sera precedente, di 2,6 milioni di azioni di Avio, sua controllata, pari al 9,4% del capitale sociale, per finanziare in parte l’aumento di capitale da 400 milioni di euro del gruppo aerospaziale. Dopo questa operazione, la società è scesa dal 28,7% al 19,3% del capitale di Avio. L’incasso totale per Leonardo è stato di 97,5 milioni di euro.
Sul listino di Piazza Affari, il titolo ha però ritracciato e a metà seduta dello stesso 29 ottobre veniva scambiato poco al di sotto di quota 51 euro. Resta comunque da record la performance rispetto a un anno fa: circa il 130%. Sono in massima parte positivi i giudizi degli analisti. L’ultimo risale al 7 ottobre scorso ed è quello di Morgan Stanley, che ha confermato la raccomandazione «overweight» (sovrappesare) e alzato il target price a 65 euro. Il giorno precedente Deutsche Bank aveva a sua volta ribadito il «buy» e alzato il prezzo obiettivo a 57 euro, mentre prima ancora Ubs lo aveva innalzato a 55 euro.
Iveco
Il prossimo 6 novembre i vertici della società incontreranno gli analisti per illustrare conti e prospettive future. Nel frattempo il titolo viene scambiato a poco più di 18 euro, l’88,7% in più rispetto a un anno fa. I giudizi degli analisti risultano un po’ «datati»: gli ultimi a pronunciarsi sono stati, il 31 luglio scorso, Deutsche Bank ed Equita Sim. La prima ha confermato la valutazione «hold» (mantenere in portafoglio) e alzato il target price a 19,9 euro, rispetto ai 16 euro della precedente valutazione. Più generosa la seconda, che pure ha ribadito il «buy» ma ha portato a 20 euro il prezzo obiettivo.
Lottomatica
La società, leader in Italia nel settore dei giochi, ha comunicato di aver acquistato tra il 20 e il 24 ottobre scorsi, complessivamente oltre 172 mila azioni proprie, arrivando così a detenere oltre 5 milioni di titoli, pari al 2% delle azioni ordinarie in circolazione. Il titolo a Piazza Affari viene scambiato a poco più di 21 euro, con una performance rispetto a un anno fa di oltre l’85 per cento.
In prevalenza positivi i giudizi degli analisti, gli ultimi dei quali risalgono però all’estate scorsa. L’8 agosto Berenberg aveva confermato il «buy», alzando nel contempo il target price a 27,5 euro, mentre una settimana prima era stata la volta di Morgan Stanley, che aveva ridotto la raccomandazione a «equalweight» (pesare correttamente), ritoccando però al rialzo (27 euro) il prezzo obiettivo.
Poste Italiane
La holding pubblica (controllata dal ministero dell’Economia) vale intorno ai 20 euro per azione, il 58% circa in più rispetto a un anno fa. Tendenzialmente positivi i giudizi degli analisti. Lo scorso 24 ottobre Equita Sim aveva confermato il «buy» e alzato il target price a 21,5 euro, mentre pochi giorni prima Barclays, pur confermando il giudizio «equalweight» aveva portato a 19,2 euro l’obiettivo di prezzo. In precedenza anche Morgan Stanley aveva espresso il medesimo giudizio, fissando però a 20,5 euro il target di prezzo.
L’analisi tecnica di Teleborsa, infine, indica il primo supporto a 20,44 euro e il secondo a 19,98 euro, mentre sul fronte rialzista la prima resistenza è collocata a 21,14 euro e la seconda a 21,44 euro.
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