Dopo mesi e mesi di ganci al corpo (in senso figurato), senza esclusione di colpi bassi, Donald Trump e Jerome Powell si sono ritrovati ieri con caschetto in testa al quartier generale della Federal Reserve.
In una delle rare visite di un presidente degli Stati Uniti alla Federal Reserve negli ultimi vent’anni, Donald Trump e Jerome Powell sono stati giocoforza costretti a stare fianco a fianco celando con una certa tensione di fondo. Trump infatti ha più volte accusato in questi mesi Powell di cattiva gestione della politica monetaria invocando, quasi quotidianamente, tassi di interesse più bassi senza risparmiare minacce di licenziamento e insulti.
Tra tensioni visive e verbali, Trump non ha mancato di punzecchiare il numero uno della Fed sulla questione della ristrutturazione della sede della Fed definita dal tycoon “molto lussuosa” e accusata di sforare il budget fino a 3,1 miliardi.
Powell ha immediatamente scosso la testa e ha chiesto spiegazioni sulla provenienza di quella cifra di 3,1 miliardi. A quel punto Trump gli ha passato un pezzo di carta e Powell ha subito elaborato l’errore: la cifra comprendeva il costo della ristrutturazione di un terzo edificio “che era stato completato cinque anni fa”. “Non importa – ha detto Trump in chiaro imbarazzo – in ogni caso sono un sacco di soldi. Hai intenzione di spendere di più?”. “No, non credo”, ha risposto il numero uno Fed nominato proprio da Trump durante il suo primo mandato.
La Casa Bianca aveva detto inizialmente che la riforma era costata 2,5 miliardi; questa settimana, l’importo era salito in bocca al presidente degli Stati Uniti a 2,7 miliardi, per poi lievitare a 3,1 miliardi davanti a Powell.
Oggi intanto Trump è tornato sull’incontro di ieri definendolo “un buon incontro”. Il presidente statunitense ha riferito di aver avuto l’impressione che il capo della banca centrale statunitense potrebbe essere pronto a tagliare i tassi di interesse.
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