Mai acquisizione fu più profetica. Un anno fa Prysmian ha comprato Encore Wire e ora, grazie alla produzione Usa, il gruppo dribbla i dazi e tocca il massimo storico. Nella seduta di ieri la società è arrivata a quota 74 euro. Il titolo ha guadagnato il 4% a ridosso della chiusura degli indici europei, sostenuto anche dagli analisti di Jefferies, che hanno alzato il target price da 72 euro a 84 euro.
L’azienda, specializzata nella produzione di cavi per applicazioni nel settore dell’energia e delle telecomunicazioni e di fibre ottiche, dispone di una propria capacità di produzione di rame negli Stati Uniti, posizione che le permette un notevole vantaggio competitivo, beneficiando dell’incertezza legata ai dazi sulle importazioni del metallo rosso negli Usa voluti dal presidente Donald Trump.
Poco più di un anno fa il gruppo guidato da Massimo Battani ha acquisito l’americana Encore Wire, attiva nella produzione di cavi elettrici in rame ed alluminio per la produzione e distribuzione di energia, per un corrispettivo di 3,9 miliardi di dollari.
In buona sostanza, producendo cavi direttamente negli Stati Uniti grazie agli stabilimenti locali, Prysmian è quindi nelle condizioni di evitare i dazi sulle importazioni. Un dribbling in piena regola.
Una competitività che il mercato sta premiando da mesi. Dai minimi del 7 aprile scorso, il lunedì nero per i mercati europei sull’incertezza degli investitori per la tenuta dell’economia Ue dopo le prime tariffe aggiuntive di Trump, il gruppo ha guadagnato più del 91% a Piazza Affari.
A fine Luglio la società ha approvato i conti del secondo trimestre: ricavi pari a 4,88 miliardi (+3,2% a/a, consensus 4,81), Ebitda Adjusted a 605 milioni (+32,4% a/a, consensus 581), utile netto a 276 milioni contro i 217 dell’anno scorso.
L’indebitamento finanziario netto è balzato a 4,7 miliardi di euro rispetto agli 1,3 al 30 giugno 2024 a causa principalmente delle acquisizioni di Channell, Encore Wire e Warren & Brown (+5 miliardi).
Il management ha rivisto al rialzo la guidance 2025: ebitda a 2,3-2,375 miliardi (da 2,25-2,35), Free cash flow a 1,0-1,075 milioni (0,95-1,05).
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