Profitti record per Unicredit che alza le previsioni sugli utili per l’intero anno. All’indomani della decisione di ritirare l’offerta su Bpm, la banca guidata da Andrea Orcel ha sfornato utili ben oltre le attese degli analisti e la prima reazione del mercato è positiva con titolo che sale del 3% circa in Piazza Affari, mentre la mancata preda Bpm cede oltre il 3%.
Le nuove previsioni per quest’anno sono di un utile netto a circa 10,5 miliardi di euro dagli
oltre 9,3 miliardi di euro indicati in precedenza. Mentre la guidance al 2027 è stata rivista ad almeno 11 miliardi di euro. Unicredit prevede di restituire almeno 9,5 miliardi di euro agli azionisti nel 2025, di cui almeno 4,75 miliardi in dividendi in contanti.
“Prevediamo almeno 30 miliardi di distribuzioni totali agli azionisti di cui almeno 15 miliardi in dividendi in contanti dal 2025 al 2027. Guardiamo al futuro con fiducia”, ha rimarcato il ceo Unicredit Andrea Orcel.
Semestre record con 6,1 miliardi di profitti
Il secondo trimestre dell’anno ha visto Unicredit riportare un utile netto di 3,3 miliardi, sopra le stime degli analisti (2,5 miliardi). La prima metà dell’anno si è chiusa con un utile record a 6,1 miliardi.
I ricavi core sono aumentati a 5,9 miliardi, in rialzo del 1,3% anno su anno. Il margine d’interesse ha registrato un calo dello 0,3% rispetto al trimestre precedente attestandosi a 3,5 miliardi. Le commissioni nel secondo trimestre sono diminuite dell’1% su base annua. I costi operativi si sono attestati a 2,3 miliardi, un aumento dello 0,7% sia anno su anno che semestre su semestre a causa del perimetro più ampio.
Alzata la guidance
La nuova guidance prevede ricavi a oltre 23,5 miliardi nel 2025, mentre la stima sul margine d’interesse è stata migliorata a una diminuzione in punti percentuali mid-single digit rispetto al 2024 e la guidance sulle commissioni (incluso il risultato netto delle assicurazioni) è stata confermata con un aumento in punti percentuali mid-single digit rispetto al 2024.
La guidance dell’utile netto è salita a circa 10,5 miliardi a fine anno, con RoTE a circa il 20%, con una crescita più forte di EPS e DPS rispetto al 2024.
Ritirata l’Ops su Bpm
Ieri sera l’istituto di piazza Gae Aulenti ha formalizzato il ritiro dell’Ops su Banco Bpm. “La condizione relativa all’autorizzazione Golden Power non è soddisfatta. Il processo di offerta è stato influenzato dalla clausola di Golden Power, insistentemente invocata dai vertici di Bpm, che ha impedito a UniCredit di dialogare con gli azionisti di Bpm nel modo in cui un normale processo di offerta avrebbe consentito”, scrive Unicredit.
“I vertici di Bpm – prosegue la banca – hanno dunque privato i propri azionisti del dialogo che normalmente avviene durante un periodo di offerta per comprendere il valore creato dalla combinazione e determinare le condizioni che sarebbero state accettabili per andare avanti”. “Pur accogliendo con favore i significativi progressi compiuti con il TAR, la DG Comp dell’Unione Europea e il Governo italiano – prosegue la nota diramata ieri sera da Unicredit a termine del cda – i tempi per una risoluzione definitiva della questione Golden Power vanno ben oltre la scadenza della nostra offerta e anche di quella della sospensione decisa dalla Consob”.
“Si tratta di un’opportunità mancata non solo per gli stakeholder di Bpm, ma anche per le comunità imprenditoriali italiane e per l’economia in generale”, dettaglia l’istituto di piazza Gae Aulenti che ribadisce la convinzione che il consolidamento del settore bancario italiano porterebbe benefici sia al Paese che all’Europa nel suo complesso. “La combinazione tra Unicredit e Banco Bpm avrebbe apportato un enorme valore aggiunto per tutte le parti interessate”, ha rimarcato il presidente Pietro Carlo Padoan.
© Riproduzione riservata