Il declassamento degli Stati Uniti, deciso venerdì scorso da Moody’s che ha tolto la tripla A al debito a stelle e strisce, certifica una crisi già evidente per mercati e investitori. Con deficit consistente e veloce aumento di ano in anno della spesa per interessi, gli Stati Uniti vedono il concreto rischio che si incrini il ruolo del dollaro come valuta di riserva e dei Treasury come asset privi di rischio. Già oggi è attesa una risposta da parte degli investitori per capire quanto la decisione di Moody’s allontanerà ulteriormente gli investitori da questi due asset, già sotto pressione nei mesi scorsi a causa della guerra dei dazi scatenata da Donald Trump e che ha creato una fuga dagli asset Usa, poi parzialmente rientrata con il dietrofront del presidente Usa sul fronte dazi.
Principe (Fidelity): “America è in un sentiero non sostenibile di deficit e debito”
Moody’s è la terza e ultima agenzia di rating che declassa il debito Usa dopo S&P nel lontano 2011 e Fitch nel 2023. “Di fatto il downgrade è solo la certificazione di una situazione ormai ben nota – spiega Donatella Principe, director, market and distribution strategy di Fidelity International – Che l’America sia su un sentiero non sostenibile di deficit e debito è cosa ormai nota da tempo”. L’esperta rimarca come la differenza tra qualche anno fa e oggi è duplice: in primo luogo la Fed è in riduzione e non espansione del suo bilancio e di conseguenza non “aiuta” il collocamento del debito Usa; secondo, non vi è consenso politico in America su una strategia per riuscire a riportare sotto controllo la dinamica del debito. “Essendo passati da quasi 15 anni di dominanza monetaria alla fase di dominanza fiscale, il secondo punto viene amplificato dal primo – argomenta Principe – . In questo periodo si è aggiunto l’ulteriore elemento destabilizzante per il debito Usa non solo e non tanto della trumpnomics, quando della guerra commerciale di Trump nella sua intensità e modalità. Questo ha portato l’America a vivere nel giro di 3 settimane 2 crisi da paese emergente, con contestuale crollo del mercato azionario, impennata dei rendimenti obbligazionari e deprezzamento del Dollaro”.
L’effetto destabilizzante anche per la fiducia nell’America come istituzione internazionale è stato tale che oggi si discute se il Dollaro possa ancora godere del ruolo di valuta di riserva e se il Treasury possa ancora essere considerato il benchmark governativo privo di rischio. “Entrambi hanno mostrato di non essere porti sicuri. Quindi Moody’s arriva a certificare un dato di fatto già perfettamente noto agli investitori internazionali”, conclude l’esperta di Fidelity International.
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