“Parlare di crisi del turismo di agosto è allarmistico e fuorviante“. Il ministro del turismo, Daniela Santanchè, ha spento così la spirale del pessimismo. A margine delle discussioni sull’affluenza in calo registrata nelle ultime settimane sui lidi tricolori, l’esponente di governo ha offerto una lettura più articolata del fenomeno, ricordando gli indicatori che danno invece prova del generale stato di buona salute del nostro comparto turistico.
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“I primi due mesi estivi hanno visto l’Italia al top del mercato turistico mediterraneo, sia per tasso di saturazione online travel agencies che per competitività dei prezzi, con un 48% di saturazione per giugno e oltre il 43% a luglio, da un lato, e una tariffa media più bassa rispetto a competitor di primissimo livello come Grecia e Spagna, dall’altro“, ha innanzitutto evidenziato Santanchè all’Ansa. Nel dettaglio, a luglio 2025, a fronte di un aumento delle tariffe medie sul 2024, l’Italia si è collocata ai vertici del mercato turistico nel Mediterraneo. Da un lato, il Belpaese guida per tasso di saturazione online travel agencies, segnando un 43,2% contro il 27,8% della Francia, il 35,1% della Grecia e il 39,2% della Spagna; dall’altro, risulta essere competitivo sul fronte dei prezzi, con una tariffa media di 156,20 euro, inferiore sia a Grecia (229,40 euro) che a Spagna (181,90 euro). Lo si legge nell’infografica mensile dello stesso ministero del Turismo.
E anche il primo trimestre del 2025 – ha spiegato Santanchè – “è stato all’insegna della crescita, sia sul 2024 che sul 2019: tanto sul fronte della spesa turistica quanto su quello dell’aumento delle presenze. Inoltre, ad aprile abbiamo registrato pure l’incremento dei passeggeri aerei“. Secondo il ministro, questo significa “non solo che il turismo italiano sta andando bene, con il segno più in molte voci della sua performance, ma anche che sempre più turisti scelgono i ‘mesi di spalla’, quelli tradizionalmente meno canonici, come appunto i primi quattro mesi dell’anno“.
A completare il quadro anti-allarmismo, Santanchè ha poi ricordato il giro d’affari da 15 miliardi di euro per le prenotazioni alberghiere che Unioncamere ed Enit stimano per il periodo giugno-settembre, con il 43% di prenotazioni per i soggiorni di ottobre registrato già a giugno. Si tratta – ha spiegato il ministro – di un “altro importante indice della capacità di destagionalizzare che l’offerta turistica italiana è in grado di proporre“.
E poi c’è anche il tema della distribuzione dei flussi nello spazio e rispetto ai vari prodotti proposti. “L’estate italiana non è solo mare, e infatti si registrano alti livelli di vendite anticipate anche per montagna, città d’arte e aree interne, intrinsecamente legate al turismo verde“, ha osservato l’esponente di governo, secondo il quale va innanzitutto considerato che il turismo sta cambiando. E che i vecchi paradigmi della classica estate balneare vanno dunque rivisti nell’ottica di una trasformazione che sta portando gli italiani a vivere la vacanza in modo diverso.
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“La domanda – ha spiegato al riguardo Santanchè – trova nuove tendenze e dinamiche. E l’offerta si rimodula e si riadatta. Di conseguenza, ci stiamo allontanando dalla classica impostazione alta stagione/bassa stagione, in base alla quale c’è il boom di turisti in pochi, specifici mesi, e scarsità nel resto dell’anno, perché il turismo si sta anche destagionalizzando“.
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