A partire da febbraio l’Assegno unico universale sarà rivalutato in base al nuovo indice dei prezzi al consumo Istat. Il tasso definitivo di inflazione sarà stabilito dal decreto perequazione dei ministeri dell’Economia e del Lavoro, atteso entro fine mese. Secondo le ultime proiezioni, l’aumento dovrebbe attestarsi tra l’1,4% e l’1,5%, leggermente inferiore rispetto alle stime iniziali dell’1,7%, con adeguamenti quindi più contenuti per famiglie e pensionati rispetto a quanto previsto in autunno.
La rivalutazione incide anche sulle fasce Isee. La soglia più bassa passa da 17.227,33 euro a 17.468,51 euro, permettendo a più famiglie di accedere alla fascia massima dell’assegno, che salirà da 201 a 203,8 euro mensili per figlio. Chi rientra nella seconda o terza fascia vedrà così un incremento automatico, mentre per la fascia più alta, oltre i 46.582,71 euro, l’importo minimo passa da 57,2 a 58,3 euro. Alcune simulazioni indicative mostrano come un Isee di 18.100 euro porterà l’assegno da 196,5 a 200,3 euro, mentre un Isee di 25.100 euro salirà da 161,4 a 165,4 euro; chi ha un Isee di 35.100 euro vedrà l’importo aumentare da 111,5 a 115,3 euro, e chi supera i 45.900 euro passerà da 57,5 a 61,2 euro. Gli importi aggiornati saranno erogati da febbraio con gli arretrati di gennaio corrisposti a marzo.
Anche le maggiorazioni fisse subiranno lievi aumenti: per i figli non autosufficienti sotto i 21 anni l’assegno salirà da 120,6 a 122,3 euro, per la disabilità grave da 109,1 a 110,6 euro, per la disabilità media da 97,7 a 99,1 euro e per le madri giovani da 23 a 23,3 euro. Le maggiorazioni legate all’Isee e il bonus per il secondo percettore di reddito variano in base alla fascia, da pochi centesimi a circa 99 euro.
Non sarà necessario ripresentare domanda, ma per ottenere il nuovo importo sarà indispensabile aggiornare la Dsu (dichiarazione sostitutiva unica) del 2026. In assenza di un Isee aggiornato, dall’inizio di marzo l’assegno sarà erogato nella misura minima; se la Dsu viene presentata entro il 30 giugno, l’Inps adeguerà gli importi e riconoscerà gli arretrati da marzo.
Dal punto di vista territoriale, l’analisi Withub-Isnec evidenzia che le province del Sud registrano gli importi medi più alti, grazie a Isee più bassi e famiglie più numerose. Crotone guida la classifica con 202 euro al mese, seguita da Reggio Calabria (199 euro), Palermo e Vibo Valentia (194 euro) e Ragusa (193 euro). Le province del Nord mostrano importi inferiori, con Verbano-Cusio-Ossola a 141 euro, Como a 146 e Aosta a 154 euro.
L’Assegno unico resta un sostegno fondamentale alla genitorialità, con oltre 10 milioni di figli beneficiari nel 2024 e una spesa pubblica vicina ai 20 miliardi di euro. Tuttavia, le analisi indicano che l’effetto sulla natalità è contenuto: si registra solo un aumento del 2,6% nella probabilità di avere un secondo figlio tra le madri con Isee medio-basso. Per il 2026 il governo prevede una riforma strutturale che escluderà la prima casa dal calcolo Isee, ampliando ulteriormente la platea di famiglie beneficiarie.
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