Una boccata d’ossigeno per il mercato del lavoro italiano. Continuano a crescere gli occupati, soprattutto dipendenti permanenti e autonomi, mentre si riduce il tasso di disoccupazione, che a giugno è sceso ai minimi degli ultimi anni. E’ quanto emerge dall’ultimo report dell’Istat.
Più lavoro stabile, cala il precariato
Nel dettaglio, il numero degli occupati raggiunge quota 24 milioni 326mila, in aumento di 16mila unità (+0,1%) rispetto a maggio. Un segnale positivo, ma ciò che colpisce di più è la qualità dell’aumento: crescono i dipendenti permanenti (16,5 milioni) e gli autonomi (5,27 milioni), mentre calano i contratti a termine, che scendono a 2,51 milioni. Un dato che potrebbe riflettere sia una maggiore fiducia da parte delle imprese, sia l’impatto di politiche di incentivo all’occupazione strutturata.
Le donne trainano l’occupazione
Particolarmente significativo è l’aumento degli occupati tra le donne. La crescita dell’occupazione femminile rappresenta non solo un fatto economico, ma anche un segnale sociale importante, anche se il gap di genere resta ancora profondo in molti settori.
Non altrettanto bene va per gli uomini, tra cui si registra un calo. L’occupazione cresce in tutte le fasce d’età, tranne tra i 35-49enni, dove si registra una flessione che apre interrogativi sulle difficoltà delle generazioni di mezzo, spesso schiacciate tra precarietà e mancanza di aggiornamento professionale.
Disoccupazione in calo, giù anche quella giovanile
Il tasso di disoccupazione generale cala al 6,3%, in linea con la media dell’Eurozona (6,2%). Un miglioramento che, se confermato nei prossimi mesi, potrebbe consolidare la ripresa occupazionale.
Bene anche il dato sulla disoccupazione giovanile, che scende al 20,1%: una diminuzione di 1,4 punti percentuali che fa ben sperare, ma che non deve far dimenticare quanto ancora sia difficile per molti under 30 entrare stabilmente nel mondo del lavoro. Un quinto dei giovani italiani resta comunque senza impiego, segno che la sfida generazionale è ancora tutta aperta.
Ma cresce l’inattività, soprattutto tra i giovani uomini
Non tutti i segnali sono positivi: cresce infatti il tasso di inattività, che raggiunge il 32,8%. In particolare, aumentano gli inattivi tra gli uomini e tra chi ha meno di 50 anni, mentre diminuiscono tra le donne e gli over 50. È un campanello d’allarme che suggerisce la presenza di una parte della popolazione scoraggiata, che non lavora e nemmeno cerca occupazione.
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