Entro la fine del 2025 l’Italia, come tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, dovrà presentare la prima bozza del programma nazionale di ristrutturazione del proprio parco immobiliare, in attuazione della direttiva “Case Green”. Una scadenza che apre la strada a una trasformazione radicale dell’edilizia, ma che rischia di incepparsi già in partenza: mancano all’appello circa 15mila professionisti specializzati in edilizia sostenibile.
L’allarme arriva da Green Building Council Italia, Società Italiana di Medicina Ambientale e Accademia Italiana di Biofilia, che segnalano un crescente divario tra la domanda di competenze “green” e l’offerta reale di manodopera qualificata.
La sfida europea delle “case zero emissioni”
La direttiva europea prevede tappe precise e stringenti: dal 1° gennaio 2028 tutti i nuovi edifici pubblici dovranno essere a “zero emissioni”, mentre lo stesso obbligo scatterà per tutte le nuove costruzioni a partire dal 2030. Entro quella data, gli edifici residenziali dovranno ridurre del 16% il consumo medio di energia primaria, con un ulteriore taglio al 20-22% entro il 2035.
Per il patrimonio non residenziale è invece previsto l’ammodernamento del 16% degli immobili meno efficienti entro il 2030, con un’estensione al 26% entro il 2033. Infine, entro il 31 dicembre 2040 dovranno essere eliminate le caldaie a combustibili fossili.
Una rivoluzione che, secondo il Centro Studi dei Geometri Italiani, avrà un costo stimato di 85 miliardi di euro entro il 2030, ma genererà un impatto economico complessivo di circa 280 miliardi, tra investimenti diretti, indiretti e indotto. Un intervento necessario, considerando che oltre il 60% degli edifici italiani è stato costruito prima del 1976, quindi privo di criteri di risparmio energetico, e che quasi la metà del patrimonio abitativo (45%) si colloca ancora nelle classi energetiche meno efficienti (fonte Enea-Cti, 2024).
Professionisti introvabili
La transizione ecologica dell’edilizia richiede figure altamente specializzate in progettazione sostenibile, gestione energetica, impiantistica efficiente e rendicontazione ESG. Ma il mercato del lavoro non è pronto.
«In alcuni comparti, come quello dell’impiantistica elettrica, il fabbisogno di tecnici specializzati supera il 75% delle richieste non soddisfatte», spiega Alessandro Miani di Sima. Nel complesso, mancano circa 15mila professionisti “green” tra esperti di design biofilico, salute negli edifici, decarbonizzazione, sostenibilità e certificazioni ambientali.
Un master per i professionisti del futuro
Per colmare il gap formativo, l’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara ha istituito un master universitario di secondo livello in “Health Design e ESG per il Real Estate”. L’obiettivo è creare una nuova generazione di esperti in edilizia sostenibile, capaci di affrontare le sfide che il piano europeo impone e che diventeranno sempre più centrali nel prossimo decennio.
Un passo concreto per accelerare la transizione del settore, ma anche un segnale: la rivoluzione green dell’edilizia non potrà realizzarsi senza investire, prima di tutto, nelle competenze.
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