I rider di Glovo, che sfrecciano sulle loro bici in qualsiasi condizione climatica e a qualsiasi temperatura, dovranno percepire una remunerazione tre volte maggiore rispetto al bonus previsto dall’azienda, ribattezzato “bonus beffa” che prevedeva guadagni più alti nelle ore più calde della giornata. Lo ha previsto il tribunale di Milano, al cospetto del quale erano giunte le proteste di lavoratori e società civile, che avevano spinto l’azienda spagnola a modificare il meccanismo di calcolo orario dei guadagni, integrando un contributo per il rimborso di acqua e sali minerali, non più in percentuale sulla consegna. Non solo un guadagno tre volte maggiore nelle ore più calde, il tribunale ha riconosciuto anche che a ogni lavoratore dovranno essere forniti strumenti di protezione per difendersi dal sole.
Il provvedimento non si limita a imporre bonus e kit, ma stabilisce che Glovo debba confrontarsi con i sindacati attraverso il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale. Questo è un elemento nuovo per una società che inquadra i suoi rider come collaboratori autonomi e non come dipendenti.
La scelta di introdurre dispositivi bonus a tutela del lavoro nelle ore più roventi aveva infatti fatto infuriare i sindacati: il timore era che un rimborso crescente con il caldo spingesse i lavoratori ad accettare ordini proprio quando le condizioni erano più rischiose.
Successivamente Foodinho, società del gruppo, aveva rivisto lo schema insieme ad Asso Delivery introducendo una compensazione fissa: sopra i 32 gradi dieci centesimi a consegna per l’acqua, cinquanta centesimi al giorno per i sali minerali e un contributo unico di cinque euro per una borraccia. Misure che il giudice ha bollato come insufficienti e che ora sono state sostituite con obblighi più stringenti: cappello con visiera, occhiali con filtri UV, creme solari ad alta protezione, borraccia termica e sali minerali idrosolubili per ogni rider, oltre a un rimborso di trenta centesimi a consegna se la temperatura è pari o superiore a 25 gradi.
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