Un robot tuttofare serve una porzione di popcorn a un cliente in carne e ossa. Nell’epoca in cui le immagini create dall’intelligenza artificiale si distinguono a fatica dalla realtà, la scena è del tutto autentica e in qualche modo destinata a rappresentare una normalità nel tempo a venire. “Questo diventerà normale tra pochi anni“, ha assicurato lo stesso Elon Musk, che sui social ha condiviso un video in cui l’umanoide Optimus (al quale Tesla sta lavorando da tempo) interagisce con un uomo e gli porge appunto dei pop corn.
Non è la prima volta che l’ormai ex braccio destro del presidente Usa, Donald Trump, promuove l’idea di un futuro in cui i robot antropomorfi saranno sempre più presenti, performanti. E simili a noi. Nelle scorse settimane, un video condiviso in rete dall’azienda automobilistica guidata da Musk mostrava l’umanoide Optimus ballare con una fluidità sorprendente. Tesla prevede di produrre diverse migliaia di robot umanoidi entro la fine dell’anno, con l’obiettivo iniziale di immetterne fino a 10mila unità all’interno dei propri stabilimenti. Forse non balleranno né serviranno pop-corn ai colleghi in carne e ossa, ma di sicuro rivoluzioneranno il modo di lavorare e di produrre. Come già peraltro sta iniziando ad accadere.
Nel corso del 2026, la casa automobilistica punta a incrementare la produzione tra le 50mila e le 100mila unità, una parte delle quali potrebbe essere resa disponibile per la vendita esterna. Il vero traguardo, però, è ben più ambizioso: raggiungere una capacità produttiva di 1 milione di robot all’anno entro il 2027, per poi spingersi — secondo i piani di Elon Musk — fino a superare i 100 milioni di unità entro il 2035. Quanto al costo, il ceo di Tesla ha dichiarato che il prezzo di Optimus dovrebbe oscillare tra 20mila e 30mila dollari a esemplare, una cifra che, nelle intenzioni dell’azienda, lo renderebbe competitivo su scala globale.
Secondo le stime di Goldman Sachs, il mercato globale dei robot umanoidi potrebbe raggiungere un valore di 38 miliardi di dollari entro il 2035, con un tasso di crescita annuo compreso tra il 20% e il 40%. Le previsioni indicano inoltre che, nel giro di dieci anni, verranno distribuite a livello mondiale circa 1,4 milioni di unità, un vero e proprio “esercito” di androidi altamente specializzati, numericamente paragonabile alla popolazione dell’area metropolitana di Milano. Guardando ancora più avanti, la Bank of America prevede che entro il 2060 ci saranno nel mondo fino a 3 miliardi di robot umanoidi, con il potenziale di sostituire circa il 20% della forza lavoro nei settori industriali. Intanto, la corsa alla robotica è già ben avviata: le principali multinazionali della tecnologia hanno inserito lo sviluppo di automi intelligenti tra le loro priorità strategiche.
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