Le retribuzioni contrattuali sono aumentate del 3,5% nel primo semestre 2025, con una previsione Istat di consolidamento al 3,1% sull’intero anno. È quanto emerge dal secondo report Cisl sulla contrattazione collettiva nazionale, che evidenzia anche una crescita della quota di lavoratori del settore privato coperti da contratti collettivi rinnovati: dal 56% di fine 2024 al 65% a giugno 2025, pari a oltre 9,5 milioni di persone.
Secondo il sindacato, i dati confermano la solidità del sistema contrattuale, con il 99,3% dei lavoratori coperto da soli 204 contratti principali e oltre il 96% da contratti firmati da Cgil, Cisl e Uil.
La dinamica salariale, pur registrando una decelerazione al +2,7% nel secondo trimestre, rimane coerente con il rientro dell’inflazione. “Mantiene un profilo di crescita – sottolinea la Cisl – ma evidenzia la necessità di mantenere alta l’attenzione sul recupero del potere d’acquisto”.
Retribuzioni nette in recupero
Il report evidenzia l’effetto combinato di contrattazione collettiva e politiche fiscali: a fronte di un’inflazione del 17,4%, le retribuzioni contrattuali lorde hanno recuperato solo l’8,3%, ma quelle nette mostrano un quadro più favorevole, soprattutto per i redditi più bassi.
“Questi risultati dimostrano concretamente – sottolinea la Cisl – come l’azione contrattuale sindacale, quando si integra efficacemente con le politiche pubbliche, possa produrre effetti redistributivi incisivi sulla dinamica salariale. Un modello virtuoso da consolidare e rafforzare per definire oggi politiche in favore dei ceti medio-bassi, utili a far crescere le retribuzioni reali delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Le priorità secondo la Cisl
Il sindacato indica alcune priorità per i prossimi mesi:
- accelerare i rinnovi contrattuali, con particolare urgenza nel settore meccanico e nel pubblico impiego;
- rafforzare la lotta al dumping contrattuale, soprattutto nel terziario di mercato;
- estendere il diritto alla contrattazione decentrata di produttività a tutti i lavoratori;
- attuare forme innovative di partecipazione, in linea con la legge 76/2025.
“Un grande patto tripartito”
“I dati dimostrano concretamente che l’azione contrattuale sindacale, integrata con politiche fiscali mirate, ha prodotto una redistribuzione progressiva sulle retribuzioni nette. Queste politiche sono oggi da rilanciare per la crescita delle retribuzioni dei redditi medi e bassi”, dichiara Mattia Pirulli, segretario confederale nazionale Cisl.
Secondo Pirulli, “serve oggi un grande patto tripartito per rilanciare centralità e protagonismo del lavoro, affrontando le sfide tecnologiche e dell’intelligenza artificiale e individuando interventi condivisi su obiettivi strategici. Significa, tra l’altro, remare uniti per il rilancio industriale e dei servizi, per far crescere salari e produttività, innovazione e formazione, partecipazione e qualità del lavoro, incentivando anche l’occupazione giovanile e femminile. Su questi temi ci aspettiamo risposte concrete a partire dalla legge di Bilancio”.
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