Entro il 2029 i mutui digitali in Italia rappresenteranno il 20% del credito immobiliare, raggiungendo un valore complessivo superiore ai 13 miliardi di euro. È quanto emerge dai nuovi dati dell’Osservatorio Digital Lending 2025, realizzato attraverso una collaborazione tra Monitor Deloitte, Experian e CeTIF,. Tra il 2019 e il 2024 i volumi di credito erogati tramite i soli canali digitali hanno già raggiunto quota 18,8 miliardi di euro, con una crescita media annua del 38%, coinvolgendo in modo significativo anche il settore dei mutui, con un monte complessivo di 6,1 miliardi erogati digitalmente nel 2024 ed una ulteriore crescita registrata nel primo semestre 2025: +51% rispetto al semestre precedente.
Phygital
L’offerta di mutui oggi è prevalentemente “phygital” (unendo quindi l’esperienza fisica e digitale dei correntisti), ma l’ingresso dei principali player bancari tradizionali nell’ecosistema digitale sta ridefinendo gli standard di servizio e darà impulso alla crescita dei volumi di mutui digitali entro i prossimi 4 anni. Infatti, la costante innovazione tecnologica del settore creditizio sta favorendo lo sviluppo dei mutui digitali tramite onboarding evoluto (biometria, Ocr, firma elettronica) e modelli di rischio basati su AI, aumentando i tassi di accettazione e riducendo i tassi di default (1,5% nel 2020 vs.1,2% nel 2024) di chi richiede un credito.
Inoltre, si stima che gli assistenti conversazionali basati sull’intelligenza artificiale diventeranno sempre più centrali nell’esperienza del cliente: entro il 2029, oltre il 60% degli utenti potrebbe utilizzarli per effettuare ricerche, riducendo progressivamente il ruolo dei comparatori tradizionali online.
Nuova normalità
«Il modo di fare banca è cambiato. Anche un prodotto come il mutuo, storicamente legato alla presenza fisica in filiale, sta evolvendo e diventando sempre più digitale», dichiara Manuel Pincetti, Managing Partner di Monitor Deloitte. «Ad oggi, i mutui digitali rappresentano il 15% dei volumi erogati nel 2024 e, secondo le nostre stime, nel 2029 raggiungeranno il 20%, superando i 13 miliardi di euro, diventando sempre più la nuova normalità. In questo contesto, il mutuo digitale non è più soltanto un’opportunità per le banche di attrarre nuovi clienti e ridurre il cost-to-serve, ma rappresenta ormai una leva fondamentale per essere competitivi. Il mutuo continuerà ad essere un prodotto strategico e la sfida per gli intermediari risiederà nella capacità di soddisfare i bisogni tradizionali della clientela, posizionandosi all’interno dei nuovi motori di ricerca conversazionali AI e, allo stesso tempo, garantire la propria vicinanza tramite una iper-personalizzazione dei servizi e non più attraverso la semplice prossimità fisica della filiale».
L’intelligenza artificiale
«La trasformazione digitale del credito non è più una prospettiva, ma una realtà che sta ridefinendo in modo radicale il rapporto tra banche e clienti. Le abitudini dei consumatori, sempre più digitali nell’interazione con gli istituti di credito, richiedono la digitalizzazione dell’offerta sulle principali forme di finanziamento, dalle carte di credito, ai prestiti personali e finalizzati, fino ai mutui. In particolare, il mutuo digitale non è semplicemente un’evoluzione del mutuo tradizionale: è il nuovo paradigma di accesso al credito, fondato su semplicità, velocità e sicurezza. Tecnologie come l’Intelligenza Artificiale stanno abbattendo le barriere storiche, rendendo il processo sia di on boarding che di Lending digitale più inclusivo e sostenibile. Nei prossimi anni, la vera sfida competitiva sarà la capacità di offrire customer journey completamente digitali e soluzioni iper-personalizzate, in grado di anticipare i bisogni del cliente e integrarsi con i nuovi motori di ricerca conversazionali. Experian è in prima linea per supportare gli operatori con strumenti di analisi avanzata e modelli di rischio innovativi, perché il futuro del credito non è solo digitale: è intelligente, predittivo e orientato all’esperienza», dichiara Giulio Mariani, Data & AI Director di Experian Italia.
Qualità dei dati superiore
«L’avanzata del digitale e dell’Intelligenza Artificiale anche nel mondo dei mutui è una realtà che impone un profondo ripensamento operativo e organizzativo dell’intera filiera del credito», dichiara Chiara Frigerio, Segretario del Cetif e Professore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. «La rivisitazione di processi, ruoli e competenze porta all’introduzione di modelli di lavoro più integrati e data-driven. Anche qui, l’Intelligenza Artificiale assume un ruolo centrale perché, se da un lato abilita capacità predittive più accurate a supporto delle decisioni di rischio; dall’altro semplifica e automatizza la gestione documentale. Il risultato porta a una qualità dei dati di livello superiore e a una riduzione dei tempi di lavorazione con un evidente vantaggio in termini di efficienza interna ed efficacia dell’azione a beneficio dei propri clienti. Le banche che sapranno combinare innovazione tecnologica, riorganizzazione interna e nuove competenze avranno certamente una leva decisiva per cogliere appieno le potenzialità del digital lending e offrire un’esperienza realmente end-to-end ai propri clienti».
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