“Piove sul giusto e piove anche sull’ingiusto; ma sul giusto di più, perché l’ingiusto gli ruba l’ombrello». L’antico aforisma attribuito a Charles Bowen, saggio giudice inglese del XIX secolo, è il sunto perfetto della riforma del condominio appena presentata in Parlamento. Un testo firmato da FdI che prima sfodera una faccia sorridente e poi rivela una serie di tegole pronte ad abbattersi sui proprietari di casa già alle prese – per non farsi mancare nulla – con l’Imu, le norme Ue sugli immobili green, la progressiva riduzione dei bonus edilizi e lacci e lacciuoli contro gli affitti brevi.
Laurea per gli amministratori
Si parte con l’obbligo di laurea per gli amministratori, con l’obiettivo di migliorare la professionalità di chi gestisce il bene più importante per gli italiani. Poi spunta il dovere di far controllare e certificare i bilanci a revisori indipendenti. Il che può essere un bene, se si pensa che non sono poi così rari i casi di amministratori che scappano con la cassa lasciandosi dietro bollette non pagate e famiglie sull’orlo del crack. D’altro canto, però, la norma imporrà un aumento delle spese: online gli studi offrono pacchetti da 1.200 euro l’anno più Iva, ma c’è anche chi chiede una percentuale del 2% sul bilancio. Altra stangatina sull’obbligo di certificare annualmente la sicurezza delle parti comuni: in media, secondo gli amministratori, si parla di altri 700-1.000 euro all’anno.
I morosi
E poi arriva la madre di tutte le ingiustizie: le nuove regole sui morosi. Non saldi le spese? Nessun problema, perché i tuoi vicini, quelli in regola che fanno i salti mortali per pagare il dovuto, saranno tenuti a pagare per te. Oggi, in caso di fatture insolute, i creditori hanno l’obbligo di aggredire prima il patrimonio di chi non è in regola e solo dopo si possono rivolgere agli altri condomini. Una regola di buon senso che rischia di essere cancellata con un colpo di spugna: se il testo verrà approvato così com’è, sarà possibile aggredire fin da subito il patrimonio di chi paga e il conto corrente del condominio. Starà poi ai virtuosi andare per avvocati e farsi risarcire. I buoni pagatori in sintesi diventeranno un bersaglio, visto che è più facile ottenere soldi da chi è in regola piuttosto che da chi ha il vizio di non aprire il portafoglio. Oltre al danno, la beffa, perché si allungheranno anche i tempi in cui il condominio può muoversi contro i morosi: si passa da sei mesi dalla chiusura dell’esercizio finanziario a sei mesi dall’approvazione del rendiconto. In sintesi, come al solito, cornuti e mazziati…
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