Il mercato delle aste immobiliari registra una contrazione sull’arco dei primi nove mesi dell’anno, con un calo dei volumi pari all’11,0% rispetto allo stesso periodo del 2024, ma mostra segnali di stabilizzazione e una prima inversione di tendenza nel terzo trimestre (+5,1%). Da gennaio a settembre 2025 sono state registrate 80.416 aste, in diminuzione rispetto alle 90.345 dello stesso periodo nel 2024. Lo certifica l’indagine dell’Osservatorio Berry Brick. La base d’asta media si mantiene sostanzialmente stabile a 168.483 euro (-0,3% rispetto ai primi nove mesi del 2024), mentre la base d’asta complessiva passa da 15,27 miliardi a 13,55 miliardi di euro (-11,3%). Il terzo trimestre (luglio-settembre) segna invece un cambio di passo: sono state battute 22.183 aste, con un incremento del 5,1% rispetto alle 21.102 del terzo trimestre 2024. In quel periodo la base d’asta media si è attestata a 162.436 euro (-3,1% su base annua), mentre la base d’asta complessiva ha raggiunto 3,6 miliardi di euro (+1,9%).
L’analisi dei dati cumulati e trimestrali aiuta a comporre il quadro: la riduzione delle procedure sui primi nove mesi è influenzata dalla minore spinta creditizia e dal ricorso crescente a soluzioni stragiudiziali, fenomeni che hanno rallentato l’apertura di nuove aste. Il calo del numero di procedure non si è tradotto, però, in una caduta significativa dei valori medi: la stabilità della base d’asta media indica che il mercato ha in gran parte assorbito le pressioni dovute all’aumento dei tassi e alle tensioni post‑pandemia. Il rendimento del 3° trimestre, con il +5,1% dei volumi, rappresenta una prima conferma di uscita dalla fase recessiva: la crescita trimestrale è accompagnata da una lieve stabilizzazione dei valori complessivi e da una dinamica positiva della base d’asta complessiva, suggerendo che la ripresa, sebbene graduale, potrebbe consolidarsi verso la fine del 2025. L’andamento dei prezzi delle abitazioni mostra segnali di recupero su base annua (+3,9% al secondo trimestre 2025, fonte ISTAT), l’inflazione si mantiene contenuta (1,6% ad agosto 2025) e i tassi sui mutui avviano una fase di attenuazione, elementi che favoriscono una progressiva stabilizzazione del mercato delle aste.
La Lombardia resta la regione con il maggior numero di aste nei nove mesi (9.855, pari al 12,3% del totale). A livello territoriale si conferma la resilienza del Centro‑Sud: la Sicilia e le Marche risultano tra le aree più dinamiche. Nel terzo trimestre le Marche hanno evidenziato una crescita estremamente marcata (+66,5%), mentre la Sicilia ha registrato un aumento del 23,2%. Al contrario, il Lazio e la Lombardia mostrano una flessione nei volumi trimestrali (-33,0% e -7,3% rispettivamente), pur mantenendo valori medi più elevati in alcune province. Le province più attive per numero di aste sono risultate Roma (1.060), Macerata (709) e Torino (673); tra i tribunali con maggiore attività si distinguono Macerata (631 aste), Cagliari (617), Roma (556) e Milano (520).
Leggi anche:
Tipologie di immobili e segmentazione
Il comparto residenziale continua a rappresentare la quota principale del mercato: nei nove mesi copre circa il 54% del totale, mentre nel trimestre la quota si attesta al 53,6%, con una lieve crescita di incidenza. Le categorie classificate come “altre” (immobili speciali, terreni, pertinenze) mostrano una dinamica positiva, crescendo di oltre il 10% sui nove mesi e del 16,9% nel trimestre. Il segmento commerciale e industriale, invece, evidenzia una contrazione, riflesso della minore attività d’impresa e dell’aumento delle procedure liquidatorie nell’anno precedente.
Metodi di vendita e digitalizzazione
La transizione verso modalità telematiche continua a essere un driver strutturale del mercato. Sul cumulato dei primi nove mesi le aste telematiche asincrone coprono oltre il 45% del totale, a conferma della preferenza degli operatori per strumenti più efficienti e accessibili; nel solo terzo trimestre la quota delle aste asincrone telematiche è risultata pari al 44,2%, una variazione trimestrale che riflette fluttuazioni stagionali e l’impatto della diversa composizione territoriale dei lotti. Le aste sincrone miste si attestano intorno al 30% (30,5% nel 3° trimestre), mentre la vendita presso il venditore scende sotto il 17% (17,1% nel 3° trimestre), trend che conferma la progressiva marginalizzazione delle modalità tradizionali.La contrazione dei primi nove mesi riflette in gran parte la minore spinta creditizia e il ricorso crescente a soluzioni stragiudiziali, che hanno ridotto l’apertura di nuove procedure. Il calo dei volumi, tuttavia, non si è tradotto in un crollo dei valori medi, segno che il sistema ha assorbito le pressioni legate all’aumento dei tassi e alle tensioni post-pandemia.
Il rimbalzo del terzo trimestre – con un incremento congiunto dei volumi e della base d’asta complessiva – rappresenta, secondo Berry Brick, una prima conferma dell’uscita dalla fase recessiva. La ripresa potrebbe consolidarsi nel finale d’anno, sostenuta da un contesto macroeconomico più favorevole: prezzi delle abitazioni in crescita del 3,9% su base annua (secondo trimestre 2025, fonte Istat), inflazione contenuta all’1,6% (agosto) e tassi sui mutui in attenuazione.
Le dinamiche regionali
Sul piano territoriale, la Lombardia resta la regione con il maggior numero di aste nei nove mesi (9.855, pari al 12,3% del totale). Si distingue però la resilienza del Centro-Sud, con Sicilia e Marche in testa tra le aree più dinamiche. Nel terzo trimestre, le Marche hanno registrato una crescita del 66,5% e la Sicilia del 23,2%, mentre Lazio (-33,0%) e Lombardia (-7,3%) hanno segnato flessioni pur mantenendo valori medi più elevati in alcune province.
Tra le province più attive figurano Roma (1.060 aste), Macerata (709) e Torino (673). I tribunali con la maggiore attività sono Macerata (631 aste), Cagliari (617), Roma (556) e Milano (520).
Tipologie di immobili
Il comparto residenziale continua a dominare il mercato, rappresentando circa il 54% delle aste nei nove mesi e il 53,6% nel terzo trimestre, con una lieve crescita d’incidenza. Le categorie altre – che comprendono immobili speciali, terreni e pertinenze – mostrano un andamento vivace, in crescita di oltre il 10% su base annua e del 16,9% nel trimestre. In controtendenza il segmento commerciale e industriale, in flessione a causa della minore attività d’impresa e dell’aumento delle procedure liquidatorie registrate nel 2024. Le aste telematiche asincrone coprono ormai oltre il 45% delle procedure nei primi nove mesi del 2025, mentre nel solo terzo trimestre si attestano al 44,2%, una lieve flessione dovuta a fattori stagionali e territoriali. Le aste sincrone miste rappresentano circa il 30,5% e le vendite presso il venditore scendono al 17,1%, segnalando la progressiva marginalizzazione delle modalità tradizionali
© Riproduzione riservata