A Milano crescono i prezzi delle case in vendita, mentre le locazioni restano ferme. Un andamento in controtendenza rispetto a quello delle altri grandi città come Roma, Torino, Venezia e Genova, dove i canoni di affitto stanno crescendo a un ritmo più sostenuto rispetto ai prezzi delle case in vendita. Negli ultimi 12 mesi (terzo trimestre 2025 rispetto al terzo trimestre 2024) le locazioni sono rimaste pressoché stabili, registrando un lieve +0,1%, mentre la spesa media richiesta per acquistare un immobile è salita del 2,3%.
Secondo le previsioni, tuttavia, questa tendenza è destinata a invertirsi nuovamente da qui a un anno: le locazioni riprenderanno infatti la loro corsa, incrementando del 4,1% entro la fine del terzo trimestre 2026, mentre l’aumento dei prezzi di vendita sarà più contenuto (+2%). A rivelare i dati il convegno di Aspesi Milano in collaborazione con Immobiliare.it e Intesa Sanpaolo.
Il budget medio
Attualmente, chi desidera comprare un’abitazione a Milano deve mettere a budget, in media, 5.572 euro/mq, mentre per affittarla il costo medio ammonta a 22,4 euro/mq. I tre quartieri in assoluto più costosi per comprare sono il Centro (11.185 euro/mq), seguito da Garibaldi-Moscova-Porta Nuova (10.040 euro/mq) e da Arco della Pace-Arena-Pagano (9.200 euro/mq). L’area più conveniente risulta invece Bisceglie-Baggio-Olmi (3.142 euro/mq).
Locazioni
Il Centro rimane la zona più cara anche per affittare (quasi 31 euro/mq medi) sempre davanti a Garibaldi-Moscova-Porta Nuova (29,7 euro/mq). Cambia la terza posizione, occupata per le locazioni da Quadronno-Palestro-Guastalla (27,5 euro/mq). Come per le vendite, Bisceglie-Baggio-Olmi è l’area più economica, con poco meno di 16 euro/mq medi.
Allargando lo sguardo agli altri indicatori di mercato, nonostante i prezzi di vendita siano in rialzo, nell’ultimo anno la pressione di domanda a Milano è cresciuta di oltre l’1%, mentre quella per le locazioni ha registrato un calo a due cifre (-28,5%). L’offerta risulta invece in aumento in entrambi i comparti nel periodo, ma l’accumulo è stato ben più marcato nel settore delle locazioni (+32,1%) rispetto a quello delle vendite (+3,5%).
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