La fotografia dell’Italia che emerge dalle analisi demografiche degli ultimi anni è sempre più nitida: cresce il numero di persone che vivono da sole e questa trasformazione sociale sta modificando anche il mercato immobiliare. A confermarlo è l’ultima indagine dell’Ufficio Studi del gruppo Tecnocasa relativa al primo semestre 2025, secondo cui le famiglie monocomponenti hanno raggiunto il 36,2% del totale, con punte che a Milano arrivano addirittura al 57%. Si tratta di una tendenza che non sembra destinata a rallentare: secondo le proiezioni Istat, nel 2050 le persone che vivono da sole costituiranno il 41,1% delle famiglie italiane, superando le coppie con figli, destinate a rappresentare solo una famiglia su cinque.
Nel primo semestre 2025 la quota di acquirenti single è salita al 32,8%, in lieve ma significativo aumento rispetto al 31,5% dello stesso periodo del 2024. Nelle grandi città si tocca una media del 37,8%, con Milano, Torino e Genova che superano la soglia del 40%. È un mercato in progressiva espansione, che fotografa non solo l’evoluzione demografica, ma anche il nuovo ruolo della casa nella vita dei single, sempre meno soluzione di passaggio e sempre più investimento identitario.

La maggior parte degli acquisti è destinata all’abitazione principale, che incide per l’81,8% delle transazioni. In calo invece gli acquisti per investimento, scesi al 14,8% contro il 17% dell’anno precedente, mentre rimane marginale il segmento delle case vacanza, stabile attorno al 3,4%.
Le tipologie
Significative anche le scelte tipologiche: i single prediligono trilocali (35,1%) e bilocali (32,1%), ma cresce l’interesse per i quadrilocali, che per la prima volta nel 2025 raggiungono quasi il 13% degli acquisti. Un dato che riflette una ricerca di spazi più comodi e funzionali, complice anche la diffusione del lavoro da remoto.
Sul fronte del credito, aumenta il numero di acquirenti single che ricorrono al mutuo: quasi il 48%, contro il 41% dell’anno precedente. Si riduce invece la quota di chi può contare su capitale proprio, scesa al 52,1% rispetto al 59% dei due anni precedenti. Per chi acquista da solo, l’accesso al mutuo è spesso più impegnativo: con un solo reddito a garanzia, l’importo finanziabile può ridursi e la banca valuta con maggiore attenzione la sostenibilità della rata, che non dovrebbe superare il 30-35% del reddito netto. La crescita del numero di single che ricorre al credito è possibile anche grazie a prodotti più flessibili messi a disposizione dagli istituti, con durate più lunghe e tassi misti. In alcuni casi può intervenire anche la garanzia statale del Fondo Prima Casa: per chi vive da solo l’accesso è teoricamente possibile, ma non automatico, perché le condizioni più agevolate del Fondo sono riservate soprattutto a categorie specifiche, ad esempio gli under 36 con Isee contenuto, le coppie giovani o i nuclei monogenitoriali con figli minori. Un single senza requisiti particolari può quindi accedervi, ma spesso alle condizioni standard e con una valutazione più rigorosa da parte della banca. In questo contesto, la stabilità lavorativa diventa un elemento chiave per ottenere il finanziamento.

Sul versante della locazione, i single rappresentano oggi il 48,3% degli affittuari, la quota più alta registrata dal 2019. La scelta è principalmente abitativa (60,9%), mentre restano stabili gli affitti a studenti universitari (6,9%) e lavoratori in trasferta (32,2%).
Fabiana Megliola, responsabile dell’Ufficio Studi del gruppo Tecnocasa, ha spiegato a Moneta che l’aumento delle famiglie monocomponenti «può portare a una maggiore domanda sui piccoli tagli (ovvero con metratura ridotta, ndr) e di conseguenza contribuire all’aumento dei prezzi e dei canoni di locazione di queste tipologie». Allo stesso tempo, però, i single «hanno una capacità di spesa più contenuta rispetto a una famiglia», il che rende questi rialzi sostenibili solo entro certi limiti. Non a caso, osserva Megliola, a Milano, la città con il più alto numero di richieste dei single, nella prima parte del 2025 si registra un leggero calo dei canoni di locazione.

Il settore immobiliare si sta già adeguando a questa nuova realtà sociale, sviluppando un’offerta mirata alle esigenze delle persone che vivono da sole. Le richieste sono chiare: spazi ottimizzati, efficienza energetica, zone ben collegate e servizi di prossimità. Una domanda diversa, che richiede anche un ripensamento degli standard progettuali.
Le previsioni demografiche confermano che la direzione è tracciata: gli operatori del settore dovranno prepararsi a un futuro in cui le famiglie monocomponenti diventeranno la forma più diffusa di convivenza. «Si tratta di una sfida rilevante», sottolinea Megliola, «per la quale sarà necessario pensare a soluzioni abitative in grado di soddisfare le esigenze del nuovo assetto sociale».
La diffusione delle famiglie monocomponenti sta quindi spingendo il mercato a rivedere prodotti e strategie, privilegiando soluzioni funzionali e flessibili. Un cambiamento strutturale che gli operatori stanno già iniziando a intercettare.
Leggi anche:
Sogno prima casa, la guida all’acquisto
Immobiliare, le compravendite aumentano ancora
© Riproduzione riservata