L’effetto innescato dalla Banca centrale europea – che ha imboccato la strada del taglio dei tassi a partire da metà 2024 – si fa sentire sul mercato dei mutui che torna a respirare. E tra i Paesi che meglio stanno sfruttando questa boccata d’ossigeno c’è proprio l’Italia, dove le condizioni di finanziamento si rivelano decisamente più favorevoli rispetto alla media europea. Infatti, secondo i dati dell’European Mortgage Federation relativi al quarto trimestre del 2024, il tasso medio sui mutui in Italia si è attestato al 3,11%, valore tra i più bassi se paragonato agli altri mercati oggetto dello studio.
La mappa dei tassi in Europa
Tra i Paesi dove i finanziamenti immobiliari hanno interessi nettamente più alti rispetto all’Italia figurano la Polonia, dove nell’ultimo trimestre dello scorso anno si è toccato un valore medio del 7,50%, l’Ungheria, con un media di 6,56%, e la Romania (6,01%). Tassi simili ai nostri si registrano in Portogallo (3,62% in media), Germania (3,60%), Olanda (3,52%) e Francia (3,20%), mentre gli unici due Paesi dove si trovano condizioni più favorevoli rispetto all’Italia sono Spagna, dove il dato si attesta al 3,05%, e Belgio, dove la media scende sotto il 3% (2,89%).
Tassi: variabile vs fisso
La vera rivoluzione italiana riguarda i mutui a tasso variabile. I dati di MutuiOnline.it parlano chiaro: rispetto al 2023, il TAN medio è sceso dal 4,76% al 2,62%. Un crollo di oltre due punti percentuali che ha effetti tangibili sul portafoglio delle famiglie. Considerando un mutuo da 150.000 euro della durata di 20 anni, la rata mensile è passata da 970 a 804 euro attuali, con un risparmio di 166 euro sulla rata mensile e di quasi 40.000 euro sull’intera durata del mutuo.
Anche solo rispetto a gennaio 2025, il risparmio è evidente. Allora il TAN era al 3,71%, con una rata da 886 euro. Oggi, si spendono 82 euro in meno al mese – che in vent’anni diventano altri 20.000 euro risparmiati.
Chi preferisce la sicurezza del tasso fisso trova comunque condizioni interessanti. Qui la situazione nell’ultimo anno si è mantenuta pressoché stabile su livelli storicamente più che accettabili, con il TAN medio che dal 3,08% era sceso fino al 2,75% di dicembre 2024, per poi stabilizzarsi attorno al 3% negli ultimi mesi. A giugno il valore si attesa al 3,05%, che sul mutuo tipo da 150.000 euro, significa una rata da 836 euro, ovvero 32 euro in più rispetto al variabile, per una differenza totale di circa 7.700 euro su tutta la durata del prestito.
“I tassi di interesse offerti dalle nostre banche si confermano dunque buoni, con i consumatori che oggi possono contare su un’ampia gamma di soluzioni per finanziare l’acquisto di un immobile. I più attenti all’andamento del mercato hanno ora la possibilità di risparmiare scegliendo un mutuo a tasso indicizzato, con le previsioni che indicano una possibile ulteriore discesa nei prossimi mesi”, commenta Alessio Santarelli, ceo di MutuiOnline.it.
L’Euribor, indice di riferimento per i mutui a tasso variabile, si attesta già sotto il 2% sia per la scadenza a 1 che a 3 mesi e, secondo i futures, nel secondo trimestre del prossimo anno, toccherà il valore minimo attorno all’1,75%. “Il tasso fisso – prosegue Santarelli – resta sempre una soluzione da prendere in grande considerazione e si attesta su un valore intorno al 3%, cioè una condizione storicamente più che accettabile”.
Verso il mutuo europeo
Intanto a Bruxelles si guarda oltre i confini nazionali. La Commissione Europea sta lavorando per creare un mercato unico del credito immobiliare, introducendo un mutuo europeo. In pratica, un cittadino italiano potrebbe accendere un mutuo in Germania o Spagna, superando ostacoli normativi e burocratici. Un passo verso un’Europa più integrata, anche nel mattone.
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