Una nuova Autorità per velocizzare gli sfratti e ridurre i contenziosi civili. È questa la novità principale contenuta nella proposta di legge presentata da Paolo Marcheschi, senatore di Fratelli d’Italia, e depositata al Senato. Il testo – articolato in cinque articoli – mira a semplificare le procedure di rilascio degli immobili occupati da inquilini morosi da almeno due mesi consecutivi, introducendo una procedura amministrativa speciale in alternativa all’attuale iter previsto dal Codice di procedura civile.
Come funzionerà la nuova Autorità
La legge istituisce l’Autorità per l’esecuzione degli sfratti, che farà capo al ministero della Giustizia. Dopo la segnalazione del proprietario per morosità, l’inquilino avrà 15 giorni per saldare le mensilità arretrate. Se non lo farà, il proprietario potrà rivolgersi all’Autorità, che entro sette giorni potrà emettere il titolo esecutivo di rilascio dell’immobile. Lo sfratto dovrà essere eseguito entro 30 giorni, prorogabili al massimo a 90.
È previsto un ricorso entro sette giorni dalla notifica del provvedimento, ma anche deroghe e rinvii nei casi di comprovata difficoltà economica temporanea. Il testo istituisce un Fondo nazionale per l’emergenza abitativa, destinato a sostenere chi ha un Isee inferiore a 12mila euro e si trova in morosità a causa di licenziamento, malattia grave o separazione.
Particolare attenzione è prevista per le famiglie con figli minori, anziani non autosufficienti o disabili: in questi casi, l’Autorità deve informare i servizi sociali entro cinque giorni, i quali possono proporre un rinvio di 90 giorni e favorire una soluzione abitativa temporanea in collaborazione con il Comune o il terzo settore.
Se il proprietario avvia la procedura per scopi speculativi o dichiara il falso sulla morosità, rischia sanzioni tra 5.000 e 20.000 euro e la sospensione dai benefici fiscali sulla casa.
Una risposta a un’emergenza economica e sociale
Dietro la proposta c’è un quadro allarmante. Nel 2024, secondo i dati del ministero dell’Interno, sono stati 40.158 i provvedimenti di sfratto emessi in Italia (+2% sul 2023), di cui oltre 30mila per morosità. Le richieste di esecuzione approvate hanno toccato quota 81mila (+9,8%), mentre gli sfratti effettivamente eseguiti sono stati 21.337.
La Lombardia guida la classifica con 4.802 sfratti (+41,6% annuo), seguita da Piemonte, Lazio, Emilia-Romagna e Veneto. Numeri che raccontano una doppia emergenza: da un lato le famiglie in difficoltà, dall’altro i proprietari penalizzati da una giustizia lenta e costosa.
Un’indagine dell’istituto Emg ha stimato che un inquilino moroso smetta di pagare in media cinque mensilità, per un danno immediato di circa 1.740 euro a caso. Ma nelle grandi città, dove i canoni medi superano i 1.500 euro e le procedure durano fino a un anno, la perdita complessiva può arrivare a 20mila euro tra affitti non riscossi, spese legali e danni agli immobili. Su scala nazionale, il danno diretto legato alla morosità sfiora 1,2 miliardi di euro.
A questa cifra si aggiungono i costi indiretti per lo Stato: gestione dei contenziosi, sicurezza per gli sgomberi, assistenza abitativa e perdita di valore complessiva del mercato della locazione.
Il nodo delle occupazioni abusive
Accanto alla morosità cresce anche il fenomeno delle occupazioni abusive, soprattutto nelle periferie metropolitane. Secondo Nomisma e Federcasa, nelle grandi città italiane si contano almeno 50mila unità abitative sottratte al mercato legale, di cui 30mila di edilizia residenziale pubblica. Danni economici che valgono centinaia di milioni di euro l’anno.
Per contrastare il fenomeno, il governo ha introdotto con il decreto Sicurezza il nuovo reato di occupazione arbitraria (art. 634-bis del Codice penale), che prevede fino a sette anni di reclusione per chi occupa abusivamente un’abitazione.
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Con la calata dei fondi esteri esplode l’affare studentati
La proposta Marcheschi ha raccolto il consenso delle associazioni della proprietà immobiliare. “Sfratti con tempi certi e rapidi significano più case in affitto e canoni più bassi”, ha dichiarato Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, che auspica anche “incentivi fiscali come l’abbattimento dell’Imu e l’estensione della cedolare secca al 10% per i contratti a canone concordato”.
Di segno opposto la posizione della sinistra. L’eurodeputata di Avs, Ilaria Salis, da sempre al fianco degli occupanti abusivi di immobili che si nascondono dietro il paravento del diritto alla casa, ha parlato di “una deriva pericolosa” e di una misura “volta a colpire chi sta peggio”, che si inserirebbe in “una più ampia strategia del governo Meloni di accentrare il potere nelle mani dell’esecutivo, riducendo le competenze e l’autonomia di altri organi dello Stato”.
Verso il decreto sull’emergenza abitativa
La proposta Marcheschi si inserisce nel più ampio lavoro del governo sul decreto emergenza abitativa, in preparazione al ministero della Giustizia insieme ai dicasteri dell’Interno e delle Infrastrutture. L’obiettivo è superare lo stallo della fase esecutiva e restituire maggiore certezza ai proprietari, ma anche protezione ai soggetti più fragili.
Il tema della casa, tra diritto all’abitare e tutela della proprietà, torna così al centro del dibattito politico: una sfida che intreccia giustizia, economia e coesione sociale, e che il
governo sembra intenzionato ad affrontare con tempi rapidi e strumenti nuovi.
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