Continua la desertificazione bancaria in Italia. Nei primi sei mesi dell’anno sono stati chiusi 261 sportelli da parte delle banche italiane, evidenziando un calo dell’1,3% rispetto all’anno prima. Il dato, contenuto nel XIII rapporto della Fondazione Fiba di First Cisl, evidenzia un’accelerazione rispetto al primo trimestre, quando le chiusure erano state 95, confermando un trend ormai strutturale che continua a colpire in modo disomogeneo le diverse aree del Paese: le regioni più penalizzate sono Friuli Venezia Giulia e Marche (entrambe con un calo del 2,3%), seguite da Sicilia, Veneto e Basilicata (tutte al -1,9%). E così altri 34 comuni oggi restano senza filiale.
Bper è prima realtà in Lombardia
L’effetto del consolidamento bancario comincia a emergere con chiarezza. Bper, grazie all’integrazione della rete di Banca Popolare di Sondrio, diventa il primo gruppo per presenza in Lombardia con 673 sportelli, pari al 18% del totale. Seguono Banco Bpm (523, 14%) e, a pari merito, Intesa Sanpaolo e Iccrea (501 sportelli ciascuna, 13%).
Nella più ricca regione italiana circa il 58% delle filiali è ora in mano a quattro soli gruppi: un dato, quest’ultimo, destinato a non subire variazioni significative a causa delle prescrizioni Antitrust rivolte a Bper, alla quale è stata imposta la cessione di soli sei sportelli.
Corsa nazionale: Iccrea si avvicina a Intesa
Sul piano nazionale, Intesa Sanpaolo resta al primo posto per diffusione territoriale, ma con un calo di 141 sportelli nel semestre il suo vantaggio si assottiglia: il gruppo Iccrea, che ha chiuso solo sei filiali, è ora distante appena 28 unità.
Bper sale al quarto posto assoluto, mentre Cassa Centrale Banca si piazza quinta, distinguendosi come l’unico gruppo ad aver aperto nove nuovi sportelli nel periodo considerato.
Comuni senza filiali: oltre 4,7 milioni di persone isolate
Il fenomeno della desertificazione bancaria avanza anche a livello comunale. Nei primi sei mesi del 2025, altri 34 comuni sono rimasti privi di sportelli. Il totale raggiunge ora 3.415 comuni, il 43% del totale nazionale.
Le persone che non hanno più accesso ai servizi bancari o rischiano di perderlo superano gli 11,2 milioni. Di queste, oltre 4,7 milioni (+1,8%) vivono in comuni completamente desertificati e quasi 6,5 milioni (+3%) in quelli con un solo sportello ancora attivo.
Anche il tessuto imprenditoriale risente del fenomeno: rispetto al trimestre precedente, le imprese con sede in comuni senza filiali sono aumentate di 6.116 unità.
Digitalizzazione in ritardo: solo il 55% degli italiani usa l’online banking
Alla riduzione della rete fisica non corrisponde un’adeguata crescita dei servizi digitali: in Italia solo il 55% degli utenti utilizza l’internet banking, contro una media europea del 67,2%. Questo divario rende più grave l’impatto sociale ed economico della chiusura degli sportelli.
Colombani (First Cisl): “Serve tutela per i territori”
“Anche il 2025 è segnato da una forte desertificazione bancaria”, commenta Riccardo Colombani, segretario generale di First Cisl. “Le chiusure continueranno nella seconda parte dell’anno, come già previsto da Intesa Sanpaolo nel suo piano di digitalizzazione.”
Colombani sottolinea anche gli effetti del risiko bancario: “Il mancato successo dell’Ops di Unicredit su Banco Bpm ha evitato chiusure potenzialmente pesanti al Sud, in particolare in Molise e Sicilia, dove sarebbe stato difficile trovare acquirenti.”
Infine, un appello alla responsabilità da parte dei grandi gruppi, in particolare di Bper. “È di fondamentale importanza che Bper non dimentichi la sua storia e che sappia valorizzare la cultura d’impresa di Popolare di Sondrio, non andando oltre le poche vendite richieste dall’Antitrust e continuando a garantire il radicamento anche in regioni come Sardegna e Calabria, dove la presenza del gruppo è da sempre rilevante”.
© Riproduzione riservata