Ottanta miliardi di dollari. Si tratta della cifra raggiunta dai danni assicurati causati dalle catastrofi naturali nel mondo solo nel primo semestre dell’anno. Il doppio rispetto a dieci anni fa. Più della metà dei 150 miliardi di dollari previsti per l’intero anno, in linea con il trend di crescita annuo a lungo termine del 5-7%. Un numero preoccupante, se si considera che l’incidenza delle catastrofi naturali è solitamente più intensa nella seconda metà dell’anno, e le stime dei danni potrebbero superare le previsioni. A certificarlo sono le stime preliminari dello Swiss Re Institute.
Gli incidenti di Los Angeles
Una buona parte delle perdite è costituito dagli ingenti danni che hanno devastato alcune zone della contea di Los Angeles nel mese di gennaio. I danni hanno raggiunto i 40 miliardi di dollari. Le fiamme, aggravate da una stagione prolungata di venti molto forti e da scarse precipitazioni, hanno devastato oltre 16 mila edifici in un area dove è presente la più alta concentrazione di edifici residenziale ad alto valore degli Usa. Prima del 2015, le perdite assicurate legate agli incendi boschivi rappresentavano l’1% di tutti i sinistri causati da catastrofi naturali. Con otto dei dieci incendi boschivi più costosi mai registrati verificatisi negli ultimi dieci anni, la quota delle perdite assicurate legate agli incendi boschivi è cresciuta al 7%. Dal 1990, la crescita dell’esposizione in zone ad alto rischio ha superato quella nelle zone non WUI di un coefficiente pari a 1,8 negli Stati Uniti e 1,9 in California.
I violenti temporali
I danni assicurati dai forti temporali raggiungono invece i 31 miliardi di dollari solo nella prima parte del 2025. Si tratta di una delle principali cause di perdite assicurate a livello globale, con una marcata volatilità su base annua. L’urbanizzazione nelle zone a rischio, l’aumento del valore dei beni e l’inflazione hanno amplificato l’impatto finanziario di questi eventi. Con l’aumento dell’esposizione e dei costi di ricostruzione, si stima che le perdite causate da questo pericolo aumenteranno nel tempo.
“La leva più efficace per aumentare la resilienza e la sicurezza delle comunità è raddoppiare gli sforzi in materia di mitigazione e adattamento – commenta Jérôme Haegeli, economista di Swiss Re Group – . È qui che tutti possono contribuire a ridurre le perdite prima che si verifichino. Sebbene le misure di mitigazione e adattamento abbiano un costo, la nostra ricerca dimostra che, ad esempio, le misure di protezione dalle inondazioni come dighe, argini e paratoie sono fino a dieci volte più efficaci in termini di costi rispetto alla ricostruzione”.
Il terremoto di magnitudo 7,7 che ha colpito il Myanmar nel mese di marzo è stata una tragedia umana che ha causato un elevato numero di vittime. Le onde d’urto sono state avvertite fino in Thailandia, India e Cina, provocando danni assicurati stimati in 1,5 miliardi di dollari nella sola Thailandia.
Il pericolo degli uragani a settembre
L’attenzione per la seconda metà dell’anno si sposta sulla stagione degli uragani nell’Atlantico settentrionale, che solitamente raggiunge il picco all’inizio di settembre. Le previsioni indicano un’attività vicina o superiore alla media, con tre-cinque uragani di grande intensità, al di sopra della media a lungo termine di tre. Per gli assicuratori e le comunità esposte, il fattore chiave che determina l’entità delle perdite è il luogo dove l’uragano colpisce.
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