Nel contesto del grande trasferimento di ricchezza che nei prossimi vent’anni vedrà il passaggio generazionale di circa 124.000 miliardi di dollari tra investimenti, beni e patrimoni, le donne saranno le principali beneficiarie. Questo perché, essendo mediamente più longeve degli uomini, erediteranno una parte consistente di questo trasferimento epocale. Tuttavia, nonostante la crescente centralità delle donne nel panorama patrimoniale globale, un recente studio realizzato da Capital Group evidenzia una significativa reticenza femminile nell’investire le somme ricevute in eredità.
La ricerca ha coinvolto 600 individui con un alto patrimonio netto distribuiti tra Europa, Asia-Pacifico e Stati Uniti. L’indagine ha rivelato che solo il 26,4% del denaro ereditato dalle donne viene effettivamente investito, contro il 36,2% degli uomini. Una differenza che segnala un’opportunità mancata e una tendenza alla prudenza che, in molti casi, si trasforma in rimpianto. Il 40% delle donne coinvolte ha infatti ammesso che, col senno di poi, avrebbe voluto investire una quota maggiore dell’eredità ricevuta, rispetto al 30% degli uomini.
Le donne risultano inoltre più inclini a destinare la loro eredità al risparmio, con una media del 14,3% rispetto all’11,1% degli uomini, ma tendono anche a spenderne di più: il 15,4% contro l’11,3%. Un altro dato interessante riguarda le fonti di informazione: le donne sono il doppio più propense degli uomini a cercare consigli finanziari attraverso i social media o i cosiddetti “finfluencer”, piuttosto che rivolgersi a consulenti professionisti. Una tendenza che riflette il desiderio di autonomia e accessibilità, ma che rischia di essere insufficiente quando le esigenze patrimoniali diventano più complesse.
Alexandra Haggard, responsabile dei servizi legati alle asset class per Europa e Asia-Pacifico di Capital Group, sottolinea che questo momento rappresenta un punto di svolta: “È il momento per le donne di prendere pieno controllo del proprio futuro finanziario. La buona notizia è che non è mai troppo tardi per iniziare. Anche se molte hanno risparmiato invece di investire, oggi possono ancora fare scelte che valorizzino il proprio patrimonio”.
Haggard evidenzia inoltre come la tecnologia e l’intelligenza artificiale stiano giocando un ruolo crescente nella consulenza finanziaria. Il 68% delle donne intervistate ritiene infatti che questi strumenti potranno migliorarne la qualità, offrendo un servizio più personalizzato e accessibile, contro il 59% degli uomini.
Con l’avanzare del grande trasferimento di ricchezza, il settore della gestione patrimoniale dovrà necessariamente evolversi per rispondere alle esigenze di una nuova generazione di investitrici. La consapevolezza è il primo passo verso una maggiore partecipazione attiva delle donne nella costruzione e protezione del proprio futuro economico.
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