È ufficialmente partita la stagione delle dichiarazioni dei redditi. Sul sito dell’Agenzia delle Entrate i contribuenti possono consultare il proprio 730 precompilato, arricchito quest’anno da oltre 1,3 miliardi di dati, dai bonus casa alle spese mediche. Si apre così una finestra fondamentale per oltre 40 milioni di italiani, che avranno tempo fino al 30 settembre per inviare, avvalendosi anche di un Caf o di un professionista qualificato, il modello 730 – in versione semplificata o ordinaria – oppure fino al 31 ottobre per chi opta per il modello Redditi. Tra conferme, novità normative e nuovi limiti alle detrazioni per i redditi più alti, la dichiarazione 2025 si preannuncia tutt’altro che scontata. Ecco cosa c’è da sapere per non perdere agevolazioni e bonus fiscali, e per prepararsi al meglio a un’estate all’insegna del Fisco.
Limiti per i redditi medio-alti
Con la dichiarazione dei redditi 2025 entrano in vigore nuovi limiti alla possibilità di detrarre alcune spese, in particolare per i contribuenti con redditi medio-alti. Si tratta di una delle principali novità introdotte dalla recente riforma fiscale: un sistema di tetti massimi alle detrazioni, pensato per rendere l’imposizione più equa e progressiva, ma che di fatto riduce la convenienza fiscale per chi ha un reddito annuo superiore ai 75.000 euro. Il principio è semplice: chi guadagna di più potrà detrarre meno. Il limite massimo delle spese detraibili viene fissato a 14.000 euro per i redditi compresi tra 75.000 e 100.000 euro, e scende a 8.000 euro per chi supera i 100.000 euro annui. A determinare la soglia effettiva per ciascun contribuente è però un coefficiente familiare, che tiene conto del numero di figli a carico. Più figli si hanno, più alto è il tetto: si va da un minimo del 50% (nessun figlio) fino al 100% della soglia per chi ha tre o più figli, o almeno un figlio con disabilità. Restano invece escluse da questi limiti alcune voci fondamentali, che continuano a seguire le regole ordinarie: si tratta in particolare delle spese sanitarie, degli interessi passivi sui mutui per l’acquisto della prima casa stipulati entro il 2024, e delle detrazioni per ristrutturazioni edilizie e bonus mobili sostenute entro la fine del 2024.
Salvo il conto del medico
La buona notizia riguarda proprio le spese mediche, che non subiranno tagli. Resta la detrazione al 19%, con la solita franchigia di 129,11 euro. Oltre questa soglia, è possibile portare in detrazione visite mediche, analisi diagnostiche, interventi chirurgici, acquisto di farmaci (anche omeopatici), protesi, dispositivi medici con marcatura CE, e tutte le prestazioni rese da medici generici o specialisti. In più, sono detraibili le spese per l’assistenza infermieristica e le terapie riabilitative, ma anche i ticket sanitari e le cure ricevute da personale qualificato in ambito sociosanitario. Va ricordato che per poter usufruire di questa agevolazione è necessario pagare con strumenti tracciabili (bancomat, carte, bonifici) e conservare tutta la documentazione giustificativa.
La condizione per la prima casa
Anche gli interessi passivi pagati sul mutuo per l’acquisto della prima casa rientrano nel pacchetto detraibile, ma con una condizione: la stipula del contratto deve essere avvenuta entro il 31 dicembre 2024. La detrazione, pari al 19% fino a un massimo di 4.000 euro, riguarda non solo gli interessi pagati alla banca, ma anche le spese notarili e le commissioni collegate all’apertura del mutuo.
Scuola e università
Le spese scolastiche e universitarie rientrano tra quelle soggette ai nuovi tetti. È possibile detrarre al 19% i costi sostenuti per la frequenza di scuole pubbliche e private, dalle elementari all’università, compresi libri scolastici (ma solo per scuola dell’obbligo), lezioni private per il recupero scolastico e attività sportive integrative organizzate dagli istituti.
Ristrutturazioni e bonus
Chi ha effettuato lavori di ristrutturazione nel corso del 2024 potrà ancora beneficiare della detrazione al 50%, da spalmare in 10 anni, su una spesa massima di 96.000 euro. La stessa regola vale per il bonus mobili ed elettrodomestici collegato alla ristrutturazione: anche in questo caso, la detrazione del 50% è ammessa su una spesa fino a 5.000 euro. Queste due voci non rientrano nei limiti imposti ai redditi elevati, ma solo se le spese sono state sostenute entro la fine del 2024. Dal 2025 in poi, salvo proroghe o eventuali modifiche, saranno soggette ai nuovi tetti, con tutte le conseguenze del caso.
Affitti brevi cedolare più cara
Cambiano le regole anche per chi affitta con la formula degli affitti brevi. La cedolare secca resta al 21% per chi affitta un solo immobile. Ma dal secondo immobile in poi, l’aliquota sale al 26%, fino a un massimo di quattro immobili. Chi supera questo limite, invece, sarà obbligato ad aprire partita IVA e gestire gli affitti come attività imprenditoriale.
Previdenza complementare
Infine, resta confermato il tetto per la deduzione dei contributi previdenziali e assicurativi: fino a 5.164,57 euro l’anno si possono portare in deduzione dal reddito complessivo. Un’agevolazione che continua a rappresentare uno degli strumenti più efficaci per chi sceglie di costruire una pensione integrativa.
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