I giovani italiani affrontano il futuro con responsabilità e senso pratico, ma la fiducia negli strumenti finanziari e previdenziali è ancora limitata. È il quadro che emerge dal focus “Giovani, risparmio e previdenza” dell’Osservatorio GenerationShip 2025 di Changes Unipol, curato da Kkienn Connecting People and Companies.
La vita adulta inizia in salita: il 44% dei lavoratori under 35 guadagna meno di 1.500 euro netti al mese e uno su quattro non è economicamente autosufficiente. La condizione delle donne è più critica: oltre la metà percepisce meno di 1.500 euro e un terzo dipende ancora dalla famiglia. La precarietà costringe molti a rinviare decisioni di lungo periodo, come costruire una famiglia: il 76% indica la mancanza di stabilità economica come principale motivo.
Strategie per affrontare l’incertezza
Il 78% dei giovani ritiene importante risparmiare, ma soprattutto per sicurezza, più che per accumulo o investimento. In media, accantonano il 15,9% del reddito, più degli adulti (11,8%), ma le somme restano spesso ferme su conti correnti o depositi (41%), con solo un quarto che utilizza strumenti di investimento o previdenza. Le donne risparmiano prima, ma meno, frenate da retribuzioni più basse.
Il timore per il futuro pensionistico è alto: il 67% teme il collasso del sistema pubblico. Nonostante ciò, la previdenza integrativa resta poco conosciuta: quasi la metà dei giovani (43%) non sa cosa sia, e solo il 9% si ritiene informato. L’adesione è limitata: meno di un quarto di chi risparmia ha un fondo pensione o piano integrativo; tra le donne la quota scende al 19%. Il problema principale è cognitivo e motivazionale: la previdenza è percepita come complessa e distante.
Informazione e educazione finanziaria
Il passaggio dalla consapevolezza all’azione resta debole. Due terzi dei giovani non hanno mai cercato informazioni su prodotti finanziari o previdenziali; il contatto con operatori tradizionali è spesso percepito come commerciale. Cresce però l’apertura verso soluzioni digitali e consulenti indipendenti. La domanda di formazione è forte: quasi il 70% è interessato a migliorare la propria educazione finanziaria, con preferenza per percorsi in presenza (62%) e condotti da consulenti di fiducia (51%).
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