In Italia la distanza tra cittadini e mondo della finanza resta ampia, strutturale e ancora troppo spesso ignorata. I numeri lo confermano: secondo un sondaggio YouGov commissionato da Directa Sim su un campione di 2.021 adulti, quasi la metà degli italiani (45%) non conosce i concetti finanziari di base. Non sa distinguere un’azione da un’obbligazione, non comprende la diversificazione del rischio e, dato ancora più significativo nel contesto inflazionistico degli ultimi anni, uno su due non sa cos’è l’inflazione.
Un’emergenza educativa che si concentra soprattutto tra donne (51% analfabete finanziarie), giovani under-35 (57%) e residenti al Sud (55%). L’Italia, del resto, si muove in continuità con un quadro internazionale poco rassicurante: l’indagine Ocse/Infe 2023 colloca il Paese al 36° posto su 39 per alfabetizzazione finanziaria degli adulti.
Chi investe in Italia? Dipende da genere, età e reddito
In questo contesto, non stupisce che solo 1 italiano su 5 investa i propri risparmi. L’identikit dell’investitore tipico rimane fortemente sbilanciato: maschio (64%), con più di 55 anni (50%), residente al Nord (61%) e con reddito medio-alto (78%).
I non-investitori, invece, si concentrano tra le donne (56%), i giovani (55%), nel Sud (37%) e tra i redditi più bassi (34%). Le ragioni? Percezione di non avere abbastanza denaro (44%), mancanza di conoscenze (28%) e paura di perdere risparmi (25%).
Tra chi investe, prevalgono i classici: azioni e obbligazioni sono scelti da quasi due investitori su tre, ma cresce l’interesse verso gli ETF, soprattutto tra le generazioni più giovani.
Il consulente finanziario? Sì, ma…
Un altro trend significativo emerge dalle risposte: quasi la metà degli investitori che oggi si avvale di un consulente (45%) prevede di gestire i propri soldi in autonomia entro cinque anni. Già oggi, 8 investitori su 10 mantengono l’ultima parola, relegando il consulente a un ruolo di supporto informativo.
Il cambiamento è ancora più marcato tra i Millennials e la Gen Z, che preferiscono strumenti passivi e trasparenti come gli ETF (prima scelta per il 36%), evitando le gestioni attive più costose.
Accanto ai servizi bancari tradizionali, utilizzati dall’80% degli intervistati, cresce l’uso di app e piattaforme di trading online (23%), a conferma di una digitalizzazione ormai strutturale.
Nasce una nuova piattaforma gratuita di edufin
Per rispondere a questa emergenza formativa, è arrivata sul mercato Directa Academy, una piattaforma online gratuita con oltre 50 lezioni di educazione finanziaria, nessuna barriera d’ingresso e contenuti pensati per tutti i livelli: dall’alfabetizzazione di base agli strumenti più avanzati (ETF, opzioni, futures, certificates).
“Questi dati evidenziano la necessità di una urgente formazione finanziaria”, afferma Andrea Busi, amministratore delegato di Directa Sim – Molte persone si sentono escluse perché non comprendono il linguaggio tecnico o non sanno da dove iniziare”.
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