A piccole rate è meglio. Cambiano le abitudini degli italiani in termini di strumenti di credito più gettonati per dare sfogo ad acquisti che richiedono esborsi non eccessivi e si diffonde sempre più il «Buy Now, Pay Later» (acquista adesso e paga dopo, Bnpl), ossia i pagamenti dilazionati a piccole rate. Il Bnpl è ormai parte integrante dello shopping, online e in negozio. Una tendenza che sta facendo lievitare il Pos Lending, ossia il canale di erogazione attraverso cui il Bnpl viene gestito, che ha registrato una crescita eccezionale, segnando un +26,9% nei primi nove mesi dell’anno stando ai riscontri dell’ultima analisi del Barometro Crif su fonte Eurisc, visionata in anteprima da Moneta. L’importo medio risulta di 1.233 euro. Nel solo mese di settembre si è registrato un picco del 64,9% delle richieste di pagamenti dilazionati. «Queste forme di dilazione di pagamento, e non indebitamento (con quest’ultimo che presuppone un tasso di interesse), stanno diventando la via maestra per prestiti finanziari di piccolo importo», spiega Simone Capecchi, executive director di Crif, che non manca di sottolineare come questi strumenti di credito flessibili siano gettonati in maniera trasversale, con i giovani in prima linea, ma anche i boomer sopra i 60 anni «risultano aperti ai pagamenti dilazionati in quanto hanno più tempo a disposizione, serenità economica e un ritmo di vita più gestibile che li porta a una maggiore curiosità a sperimentare strumenti di pagamento e prodotti finanziari innovativi».
Questo boom dei pagamenti dilazionati è la ragione principale della contrazione dei prestiti finalizzati classici e conferma come gli italiani – ma è un fenomeno abbastanza globale – si stiano indirizzando strumenti di credito più immediati, flessibili e digitali per gestire le spese, specialmente per importi medio-bassi. Sempre dal Barometro Crif emerge che le richieste di prestiti da parte delle famiglie segnano una sostanziale stabilità (+0,9%) nei primi 9 mesi dell’anno accompagnata da un consistente aumento dell’importo medio richiesto, che sfiora i 10mila euro (+7,6%). Se da un lato il comparto i prestiti personali segna un +11,8%, dall’altro i prestiti finalizzati si contraggono del 9,9%, sia per il calo nell’auto sia nelle altre categorie di bene finanziato. Allo stesso tempo cresce del 12,6% l’importo medio dei prestiti finalizzati. «Questo perché che un fenomeno di parziale sostituzione dei prestiti finalizzati small ticket al di sotto dei 1.500 euro con le nuove tipologie di finanziamento, fenomeno che contribuisce all’innalzamento del ticket medio dei finalizzati tradizionali», specifica l’executive director di Crif.
Quasi una richiesta di finanziamento su due si concentra nella classe inferiore ai 5mila euro (46% del totale). Per quanto riguarda invece la distribuzione per durata, oltre una domanda su tre richiede piani di rimborso superiori ai 5 anni. Da parte delle famiglie emerge un comportamento di cautela al fine di non appesantire troppo il bilancio mensile con uscite fisse. «Non registriamo una pressione sulla tensione finanziaria delle famiglie», rimarca Capecchi, «con l’Italia che è da sempre uno dei Paesi più virtuosi sul fronte dell’affidabilità creditizia». «Inoltre», aggiunge l’esperto, «negli ultimi 2-3 anni il sistema Paese è molto resiliente rispetto ad altri e questo comporta che nella lunga parabola della contrazione dei tassi di interesse che ha riguardato tutto il mercato del lending, i prestiti si siano ripresi in maniera significativa, tornati molto appetibili rispetto a salari reali e capacità di spending delle famiglie».
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