Cosa succede ai libretti postali quando uno dei cointestatari muore? Il superstite può incassare oppure no? A fare chiarezza ci ha pensato la Cassazione con l’ordinanza n. 28935/2025. Secondo i giudici, se il libretto è cointestato con pari facoltà di rimborso, il decesso di uno dei titolari non può bloccare il pagamento richiesto dal superstite. Poste Italiane deve quindi procedere al rimborso, a meno che non riceva un provvedimento giudiziario formale che imponga lo stop.
Questa regola deriva da una norma contenuta nel decreto del Mef emanato il 6 giugno 2002, che ha eliminato la possibilità per gli eredi di impedire il rimborso. Il superstite ha comunque diritto a ottenere almeno il 50% del saldo, anche in presenza dell’opposizione di uno degli eredi.
Il caso
La controversia riguardava un cointestatario che si era visto negare da Poste il rimborso della metà del saldo, a causa dell’opposizione di un coerede della defunta. Poste riteneva che, poiché il libretto originario era stato aperto nel 1991 e sostituito nel 2003, dovessero applicarsi le vecchie norme, che consentivano agli eredi di bloccare i pagamenti La Cassazione ha invece stabilito che il rapporto doveva considerarsi sorto nel 2023 e, quindi, soggetto alla disciplina introdotta nel 2002, più favorevole al cointestatario superstite.
Prima del 2002 gli eredi potevano invece impedire al superstite qualsiasi prelievo finché non fosse stata definita la successione.
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