La scelta di un’automobile è, per la maggior parte degli italiani, guidata da valutazioni legate al prezzo, ai consumi e alla sicurezza. Ma c’è un elemento tecnico spesso sottovalutato che ha un impatto diretto sulle spese di gestione dell’auto: il motore. Non solo in termini di prestazioni, ma soprattutto per quanto riguarda costi assicurativi e fiscali, come emerge da una recente analisi di Facile.it realizzata in collaborazione con l’istituto di ricerca mUp Research.
RC Auto: il motore incide sul premio
Quando si parla di polizza RC Auto, il primo fattore che viene in mente è la classe di merito. Ma a determinare l’importo finale del premio concorrono altri parametri, tra cui due aspetti strettamente legati al motore: cilindrata e alimentazione. Secondo l’analisi, a parità di valore d’acquisto (30mila euro), il premio medio della polizza RC Auto può crescere fino al 57% se si confrontano vetture con cilindrata inferiore a 1.000 cc con quelle dotate di cilindrata compresa tra 2.000 e 3.000 cc. Il principio è semplice: maggiore cilindrata significa maggiore potenza e con essa aumenta il rischio statistico di sinistri, spingendo le compagnie ad alzare i premi.
Anche il tipo di alimentazione ha un impatto rilevante. Per le auto con potenza inferiore a 75 kW, ad esempio, assicurare un modello ibrido costa in media il 10% in meno rispetto a uno diesel. Il vantaggio aumenta nelle fasce più alte: tra 120 e 200 kW, assicurare un’ibrida costa il 4% in meno rispetto a una benzina e addirittura il 17% in meno rispetto a una diesel.
Bollo auto: la potenza pesa sul fisco
Il bollo auto, tassa annuale obbligatoria, è un altro costo ricorrente che dipende direttamente dalle caratteristiche del motore. L’importo da versare varia infatti in funzione della potenza effettiva del propulsore, misurata in kilowatt (kW) e riportata nel libretto di circolazione. In sintesi: più potente è il motore, più salato sarà il bollo.
Nonostante l’impatto economico sia così evidente, la conoscenza tecnica del motore rimane molto bassa tra gli italiani. Secondo l’indagine, meno del 20% degli intervistati è pienamente consapevole che, spesso, il motore non è prodotto dalla stessa casa automobilistica che commercializza il veicolo. Il dato precipita all’11% tra le donne. Una parte consistente del campione (41%) si colloca su livelli di consapevolezza medio-bassi, mentre un 6% dichiara di non sapere nulla sulla provenienza del motore. Questo dato sale fino al 12% nelle regioni del Centro Italia.
Eppure, anche se pochi sanno chi fabbrica realmente il propulsore sotto il cofano, oltre un terzo degli intervistati (34%) dichiara di tener conto del motore al momento dell’acquisto. Tuttavia, come sottolineano gli esperti che hanno curato la ricerca, si tratta spesso di una fiducia riposta nel marchio più che in una reale conoscenza tecnica. Il consumatore dice “il motore conta”, ma intende “mi fido della marca”.
Il cuore economico dell’auto
Il motore è il cuore dell’auto non solo dal punto di vista meccanico, ma anche economico. Le sue caratteristiche influenzano consumi, prestazioni, affidabilità, ma anche il costo del bollo, dell’assicurazione e della manutenzione. Ignorarne l’origine o le specifiche può portare, nel tempo, a spese inattese o sottovalutate.
© Riproduzione riservata